MESSINA. Scuole aperte, anzi no, chiuse. Dietrofront, riaperte. In meno di ventiquattr’ore, il sindaco Cateno De luca ha cambiato idea tre volte sulla possibilità di emanare un’ordinanza per chiudere le scuole e spedire alunni e studenti in didattica a distanza. Ieri sera aveva dichiarato che non avrebbe pubblicato alcuna ordinanza e quindi le scuole sarebbero state regolarmente aperte, oggi a pranzo ci ha ripensato e ne ha annunciata una per la serata, nel tardo pomeriggio di nuovo dietrofront: niente ordinanza e scuole aperte domani (ma la giornata è ancora lunga). La decisione, al solito, è stata comunicata su facebook, che per i messinesi è ormai fonte normativa di rango gerarchicamente superiore a qualunque altra. “Il TAR anche in zona arancione annulla le ordinanze dei Sindaci”, ha scritto laconicamente il sindaco di Messina. In realtà il Tar, che ha concesso la sospensiva per un’ordinanza del tribunale di Siracusa (uguale a quella di qualche giorno fa per Messina) su ricorso dello stesso Ministero dell’Istruzione, ha ribadito che perchè i sindaci possano disporre in autonomia la chiusura delle scuole e la didattica a distanza, è necessaria la zona rossa, così come normato dai decreti del Governo: sconfessando così anche la Regione Siciliana, che in un’ordinanza del presidente della regione Nello Musumeci indicava la possibilità per i primi cittadini di introdurre norme ulteriormente restrittive anche in zona arancione. L’ordinanza di Siracusa, ovviamente, vale solo per Siracusa, ma ha di fatto creato un precedente per cui, se De Luca ne avesse emanata una di contenuto simile, sarebbe di certo stata impugnata come la prima.

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