MESSINA. Non smette di suscitare polemica l’appuntamento del 18 gennaio in cui si esibirà il cantante neomelodico Daniele De Martino. A prendere una dura posizione anche Antonio Ramires, vice direttore artistico dell’Associazione musicale Bellini. «Il fatto, che non rappresenta sicuramente nulla di nuovo nella storia del nostro auditorium, ha animato nuovamente l’interesse verso le sorti del Palacultura. – si legge – Da Vice Direttore Artistico di una delle associazioni concertistiche che usufruiscono dell’auditorium con una programmazione musicale riconosciuta da Regione e MIBACT e che hanno l’onore di offrire alla città concerti per tutto l’anno (oltre 54 solo all’auditorium), ed avendo avuto la fortuna di “vivere” l’auditorium praticamente dalla sua apertura (effettuando non poche volte servizi non di mia competenza come la pulizia dei bagni e/o della sala), colgo l’occasione per esprimere una breve riflessione».

«Negli ultimi due giorni, la notizia di questo concerto di musica napoletana ha suscitato non poche polemiche. Un vespaio che fa leva sull’idea che lo spettacolo in questione poco si addica alla location, simbolo cittadino, insieme al Teatro Vittorio Emanuele, dell’eccellenza culturale in città. Nel mirino è la natura artistica dell’evento, su cui non possono che esprimersi giudizi artistici soggettivi, e la possibilità, come riportato, di avere un panino ed una birra inclusi nel prezzo del biglietto. Su questo ultimo punto, da piccolo operatore nel settore dello spettacolo e da fruitore del Palacultura, mi sento di dissociarmi. Ammesso che qualcuno abbia veramente acconsentito al conferimento di panini e birre all’interno dello spazio, va ricordato che mangiare e bere all’interno di un qualsiasi teatro è del tutto vietato. Pur volendo ammettere nella sede comunale della cultura tutte le forme di linguaggio musicale, credo sia indispensabile porre comunque dei limiti. A quanto pare la mancanza di regole “chiare” per l’utilizzo del Palacultura, o quantomeno dell’auditorium, genera inutili confusioni e polemiche. Basterebbe a questo punto dettare e stabilire dei limiti, al fine di preservare la sala, chi ci lavora e chi ne usufruisce».

«Gli Auditorium (Messina è l’eccezione che conferma la regola) in Italia vengono di norma amministrati tramite un Regolamento che nella maggior parte dei casi, lì dove si renda necessario, prevedono dei limiti “artistici” che dirigenti e assessore al ramo sono obbligati a far rispettare. Quello attualmente da noi utilizzato forse non dà tutte le risposte che servono a chi amministra. È vero che da quando il Palacultura ha aperto i battenti nessuno si è preoccupato di porre dei limiti alla fruizione, e tutte le amministrazioni precedenti, in ultimo l’amministrazione Accorinti, non hanno fatto quasi nulla per ciò che concerne in generale il Palacultura, l’auditorium, l’arena Ciccio’ (ormai chiusa da anni) e la GAMM “inaccessibile” al pubblico. Per fortuna, chi usufruisce dell’auditorium a più riprese durante l’anno non si sognerebbe mai di somministrare birre, panini o altro tipo di foraggiamento, né di non occuparsi della pulizia generale dei locali. Auspico che l’attuale amministrazione prenda atto delle tante problematiche che attanagliano lo spazio, per renderlo del tutto fruibile e adeguatamente curato. Sarebbe infine opportuno che all’interno del Palacultura, secondo la sua naturale destinazione, gli spazi dedicati alla produzione di cultura e spettacolo siano maggiori rispetto agli uffici».

Subscribe
Notify of
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments