MESSINA. “Come volevasi dimostrare, a pochi giorni dalla forzata ed inaccettabile chiusura del Centro Nemo di Messina emerge inequivocabilmente e nella sua drammatica crudezza un’evidente interruzione del pubblico servizio e delle attività assistenziali a favore dei pazienti affetti da gravi patologie neuromuscolari (sla, sma, distrofie) che venivano svolte dai lavoratori del Centro altamente professionalizzati” hanno commentato così Ivan Tripodi, segretario generale Uil Messina, e Giuseppe Calapai, segretario generale Uil Fpl.

“Le disperate grida di allarme lanciate in queste ore dalla figlia di una paziente che sarebbe cerebralmente morta nei giorni scorsi- continuano dalla UIL- il drammatico appello di un ammalato di Patti che ha annunciato l’avvio dello sciopero della fame, ai quali si aggiunge la pesante denuncia della mamma del piccolo Peter, evidenziano in maniera macroscopica l’assoluta urgenza di risolvere rapidamente la vertenza del Centro Nemo: una vertenza sanitaria e sociale che sta pesantemente scuotendo ed indignando le coscienze dei cittadini“

”L’assessore regionale alla salute Ruggero Razza -concludono-  non può rimanere sordo al grido d’allarme lanciato dai pazienti e dai loro familiari rispetto ad una vicenda che sta assumendo, sempre più, i contorni di una immane tragedia umana che si coniuga con il concreto rischio della perdita del posto di lavoro per i 55 professionisti del Centro Nemo. E’ indispensabile, pertanto, che l’assessore Razza, come si è impegnato nel recente incontro con la nostra organizzazione sindacale, risolva la vicenda in tempi brevissimi ed in maniera definitiva poiché le cure dei pazienti neuromuscolari non possono assolutamente essere rinviate”

 

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