MESSINA. Sembrano sbucare fuori direttamente dagli anni ’80, da una di quelle puntate di MTV dove la British Invasion aveva la sua netta vittoria sugli USA, da quel periodo musicale d’ oro in cui la new wave, ramificandosi dalle sue radici punk, ha esplorato un’infinità di sonorità caratterizzate, in primis, dall’uso dei sintetizzatori e dall’evoluzione del punk rock verso un sound più complesso e sperimentale dando vita ad un movimento alternativo iconico che si è tramutato in un vero e proprio stile di vita. Loro sono i The Whistling Heads e dal 2021 circa tengono alta quella tradizione dei suoni dalle cantine che ha sempre caratterizzato la città dello Stretto, tramutandola da sogno a concreta realtà.
Nati e cresciuti a Messina, targati solo all’anagrafe Generazione Z, dopo un periodo di gavetta e di prove pomeridiane e serali sul palco del Retronouveau, promettono già grandi cose con l’uscita del loro primo singolo “October”, nell’ ottobre 2022, a cui segue l’album d’esordio “Dull Boy” che li fa entrare di diritto nella famiglia dell’etichetta romana Disasters by Choise di Salvo Pinzone. Così “Albert Mud”, al secolo Alberto Zaccaro, voce e chitarra, Giuseppe Arnao “Ziffo” batteria, Santino Mondello chitarra e Samuele Costa “Sam” basso, strumenti in spalla, in tempo record, ma facendo le cose per bene nonostante le difficoltà di chi vuol fare musica di un certo tipo a Messina e in Sicilia, si sono ritrovati a girare l’Italia e l’Europa in tour, ad aprire band di fama internazionale, come i Sand Lovers and Giants e gli Editors, a esibirsi a Milano nel locale di Manuel Agnelli e a condividere con lui il palco del Festival dell’Economia. La loro musica è libera di crescere e trasformarsi, non amano essere etichettati, hanno le idee ben chiare, uno sguardo e un orecchio che abbraccia la modernità e la contemporaneità, soprattutto internazionale, senza mai dimenticare la matrice del proprio DNA generato da una dedizione all’ascolto di tutto ciò che proviene dagli anni ’80 e ’90.
Sabato 13 settembre 2025, dunque, è arrivato il momento per i The Whistling Heads, prima di muoversi ufficialmente verso nuove sonorità, originate da un’intensa miscela di dance, punk e crankwave inglese, in vista del nuovo Ep in cantiere, e prima di prendersi una pausa dai live, di presentare la compilation “Betterand Better than Before” in un release party sul palco del Giardino Corallo, con l’apertura di Vick, alle ore 21.00 ed afterparty al Retronouveau con il dj set di Davide Patania e Albert Mud. La raccolta distribuita da Goodfellas per Disasters by Choise, inoltre, sarà disponibile da quel giorno su tutte le piattaforme digitali, e in versione cd dal 13 ottobre 2025, e includerà tutta una serie di brani già noti, ma che non appartengono al primo album, singoli pubblicati di recente, remix, live version e diverse chicche inedite tutte da scoprire.
Com’è nato il vostro progetto?
“È nato tutto un po’ per caso. Alcuni di noi suonavano o avevano suonato insieme, essendo amici da tempo, ma è grazie a degli incontri del tutto casuali nelle sale prove che io, Santino e Sam abbiamo iniziato a dare vita a una prima band primordiale che è stata poi definita con l’arrivo di Ziffo. Fondamentale è stato il Retronouveau: conoscevo Davide Patania di fama e successivamente, andando a diversi concerti con mia madre, quando ancora andavo a scuola, l’ho conosciuto personalmente. A 18 anni ho iniziato a lavorare nel suo locale e chiacchierando gli ho raccontato di avere una band e lui, dopo aver ascoltato qualcosa, ci ha proposto una data per suonare. Facemmo il concerto e da quel momento iniziammo anche a provare al Retronouveau.”
Perché The Whistiling Heads?
“Nasce da una battuta, eravamo alla ricerca di un nome e a un certo punto, scherzando un po’ sui modi di dire messinesi, è venuto fuori Testa che Frisca Quartet: ci siamo accorti, in realtà, che aveva un potenziale, anche solo nel mantenere le radici con la nostra terra, l’abbiamo provato a tradurre riadattandolo un po’ in inglese e funzionava.”
Come suona la musica dei The Whistiling Heads?
“Non ci sono mai piaciute le catalogazioni, soprattutto legate al genere musicale: sappiamo quello che ci piace e sappiamo che ci piace esplorare, sperimentare e ricercare. Nasciamo come post-punk classico, molto violento, molto introspettivo e così via, al momento però ci siamo spostati verso un suono più dance, più punk anche un po’ legato alla crank wave inglese e a tutta questa nuova scena che si sta formando in Inghilterra che osserviamo molto e ascoltiamo.”
Nonostante apparteniate a una generazione diversa si respira una chiara fascinazione per gli anni ’80 nel vostro stile…
“Buttiamo gli occhi su tutto ma di nostro, da sempre, ascoltiamo tutta quella musica di un certo tipo nata negli anni ’80 e anche ’90. Ascoltiamo sempre musica nuova, ma le nostre radici sono state alimentate ascoltando quel tipo di musica.”
Quali sono stati quei momenti o quegli avvenimenti che vi hanno fatto rendere conto che il vostro progetto non solo funzionava ma stava diventando qualcosa di sempre più concreto?
“Nel 2022 abbiamo aperto, al Retronouveau, il concerto dei SadLovers and Giants, band storica anni ’80 che ascoltiamo da quando siamo piccoli, ed è stato un momento molto importante. Così come lo è stato suonare prima degli Editors sul palco dell’Ellenic Festival nell’estate del 2023. Molto significativi sono stati anche i concerti in Europa, in Inghilterra e ad Amsterdam, e l’incontro con Manuel Agnelli. In ogni città europea dove abbiamo suonato, nonostante specificavamo che venivamo da Massina, erano convinti che eravamo o inglesi o comunque non pensavano minimamente che eravamo italiani e questo, quindi, a livello qualitativo è stato un fattore molto positivo perché ci ha fatto toccare con mano come non avessero avuto nessuna difficoltà nella comprensione dei testi. Non per ultimo, per l’appunto, a maggio di quest’ anno siamo stati selezionati dalla rassegna Carne Fresca che ci ha dato la possibilità di suonare da Germi, locale di Manuel Agnelli a Milano. Lui ci ha sentiti, evidentemente gli siamo piaciuti e ci ha chiamati per suonare, insieme ad altre band, al Festival dell’Economia. Ci siamo esibiti insieme e ci ha intervistati sul palco.”
La cosa più strana che vi è successa in tour?
“Paradossalmente ci è successa in Italia a Matera, quando durante un concerto un motociclista è salito sul palco e mentre stavamo suonando, nel pieno dell’esibizione, ha iniziato a versarci del whisky dalla bottiglia direttamente in bocca.”
Cosa succederà nella giornata e nella serata di sabato 13 settembre 2025?
“Sabato 13 settembre uscirà su tutte le piattaforme la nostra compilation intitolata Better than Before: è un insieme di tanti singoli che abbiamo registrato l’anno scorso, alcuni sono già noti, come Wreck, Lullaby Lady, Shut Me Up, ed altri sono inediti, inoltre, conterrà anche la demo di Shoot Shoot, brano live suonato e registrato al “Dorothy Pax di Sheffield”, il remix di Gabe Gurnsey/Factory Floor di Well…I Mean. Abbiamo deciso di farla uscire così all’improvviso perché c’eravamo stancati di tenere tutti questi pezzi fermi, così abbiamo pensato di tirarli fuori prima di muoverci verso un nuovo step ed un nuovo sound come quello a cui stiamo lavorando per il prossimo nostro Ep di cui possiamo solo spoilerare che verrà registrato ad Amsterdam. Per festeggiare l’uscita della compilation la sera di sabato, quindi, suoneremo al Giardino Corallo: siamo entusiasti di aver Vick, artista messinese agli esordi, in apertura e di avere un palco molto fornito animato da LED wall con proiezioni, nuove luci ed un impianto decisamente migliore di quello di quando ci abbiamo suonato l’anno scorso, ed il tutto perché abbiamo lavorato e pensato a questo concerto strutturandolo come uno spettacolo a 360°. Altre due novità sono date dal fatto che i biglietti si potranno acquistare non solo online ed il loco al botteghino poco prima dell’inizio, ma anche contattandoci direttamente sui social, e che quella sera sarà presente l’angolo del Beer Bang con le sue birre”.
Osservando il vostro lavoro dal 2021 ad oggi siete cresciuti molto, avete questa percezione?
“Sicuramente ci sentiamo cresciuti: sappiamo gestire molto meglio le situazioni complicate e gli imprevisti che ci accadono, sappiamo come muoverci e come andare avanti senza disperarci. Prima ci disperavamo molto più facilmente, adesso siamo decisamente maturati sotto questo punto di vista. Ma siamo cresciuti anche per quanto riguarda la musica, abbiamo un occhio molto più focalizzato verso la produzione. Ci stiamo trasformando in dei produttori di noi stessi. Per il resto stiamo lavorando tantissimo, suoniamo e proviamo veramente il più possibile.”
La città di Messina in quello che fate vi ha più aiutati o ostacolati?
“Questa è una domanda un po’ difficile: alcune persone in città ci hanno sostenuto e aiutato tantissimo e di questo ne saremmo sempre grati, però diciamo che Messina, intesa in senso più largo, anche come Istituzioni, non ci ha decisamente aiutato e non ci aiuta. Non ci sono possibilità per i ragazzi giovani, è tutto gestito veramente male e con l’organizzazione comunale abbiamo avuto spiacevoli esperienze. Uno dei problemi fondamentali, oltre ad avere sul serio pochissimi spazi dove poter suonare, è che in città la musica non viene presa sul serio a meno che non sia assolutamente di basso livello commerciale o ci sia di mezzo qualche rapporto diretto di parentela o di amicizia e allora ti ritrovi a suonare immediatamente sui palchi grandi a Piazza Duomo. Le Istituzioni non hanno idea di cosa e di chi si muove a livello artistico e musicale a Messina, perché se buttassero un occhio noterebbero non solo che ci sono tantissimi ragazzi, non “figli di papà”, con un grande potenziale e talento che magari rinunciano a potersi esprimere perché stanchi delle solite dinamiche e delle solite mancanze cittadine, ma che anche noi, ad esempio, come band abbiamo spronato tante persone a prendere in mano la chitarra, abbiamo fatto e smosso qualcosa a livello cittadino, e non solo, e nel nostro piccolo questo ci andrebbe riconosciuto come accade quando entriamo a contatto con altre realtà cittadine italiane o estere.”
Messina ha sempre vissuto degli up&down notevoli per quanto riguarda la scena artistica, nonostante possa vantare una tradizione di qualità soprattutto musicalmente parlando. Cosa succede per adesso, si può parlare di scena musicale in città?
“Un po’ di movimento c’è ma non è ben consolidato e sicuramente non basta. Tanta gente va via e questo ovviamente non aiuta ed è un fattore strettamente collegato alle motivazioni di cui abbiamo parlato prima e che a loro volta non aiutano. Però potrebbe consolidarsi una scena in città: ci sono tanti ragazzi che suonano e che hanno progetti o band interessanti che stanno cercando di definirsi, ne incontriamo tanti come ad esempio Vick. Ci sono realtà come il Retronouveau unico live club dove ascoltare un certo tipo di live e Zankle dove ti diverti con le jam session ma ovviamente, per quanto realtà preziose e fondamentali, non bastano. Il problema è che qui è tutto lentissimo: abbiamo conosciuto tante band in Inghilterra e ad Amsterdam, una di questa era una band super emergente di sedicenni che hanno aperto il nostro live e che pochi mesi dopo abbiamo visto che era stata inserita nella line up di un Festival grossissimo ed importantissimo che si tiene in Gran Bretagna.”
Qual è il vostro P.S. (Post Scriptum)?
“Supportate tutti quelli che fanno arte, sempre. E venite a sentirci il 13 al Giardino Corallo!”.