MESSINA. Il regolamento comunale impone loro di spostarsi ogni ora di 500 metri. Si chiamano “ambulanti” proprio per questo: per differenziarli dai commercianti stanziali. Eppure, i tanti furgoncini spuntati come funghi sulla litoranea e nella zona di Torre Faro, di itinerante hanno ben poco. Piazzati dal mattino a notte fonda davanti ai punti più caldi della movida estiva, vendono ad ogni ora del giorno panini, bibite e granite, accaparrandosi parte degli avventori dei locali, attratti dai prezzi concorrenziali. Il tutto a discapito di chi, per mantenere la propria attività balneare o il proprio lido sulla spiaggia – a differenza dei proprietari dei furgoncini – è costretto a sostenere spese molto più consistenti, dalla Siae al costo dei dipendenti. 

E quando non lavorano? Se ne stanno parcheggiati tranquillamente sulle zone blu, senza esporre alcun gratta e sosta, se non saltuariamente. E senza ricevere multe. Il motivo? “Un bug dell’ordinanza relativa ai posteggi di Capo Peloro”, spiegano gli ausiliari del traffico dell’Atm in servizio in zona, che prevederebbe il pagamento della tariffa oraria (2 euro ogni 60 minuti) solo per le autovetture. Camioncini, motociclette e furgoni possono invece sostare a sbafo. In attesa di alzare le saracinesche. È questa l’interpretazione che hanno dato gli ausiliari in servizio a Faro.

“Non è assolutamente così” sbotta Mario Pizzino, dirigente alla Viabilità del Comune di Messina, che ha materialmente scritto l’ordinanza che impone il pagamento della sosta negli stalli blu. “Chi sosta deve pagare, non si possono interpretare i provvedimenti del dipartimento viabilità, e tra l’altro le ordinanze entrano in vigore attraverso la segnaletica, quindi chi occupa gli stalli blu, non importa se autovettura, autocarro o furgone, è tenuto a pagare“. Oggi Pizzino incontrerà l’assessore alla Mobilità Gaetano Cacciola ed i vertici dell’Atm per chiarire l’inghippo.

 

 

La prima presa di posizione, da parte di Confesercenti, risale allo scorso giugno, quando l’associazione di categoria denunciò il “proliferare di ambulantato selvaggio e fuori dalle regole” a Capo Peloro. A distanza di un mese la situazione non è migliorata. Anzi. Rispetto ai due camioncini presenti allora a Torre Faro, gli ambulanti in zona adesso sono diventati quattro,  posizionati nel (frequentatissimo) tratto di strada fra il lido La Punta e l’Horcynus.

A spostarsi? Solo uno, l’ApEat, che come legge prescrive transita lungo tutta la litoranea,  mentre gli altri restano posizionati tutta la sera nello stesso posto, e il giorno, quando non lavorano, sono piazzati sulle strisce blu. Proponendo cibo, bevande a prezzi stracciati ma anche tavolini di plastica sparsi sul suolo pubblico e persino musica all’aperto, trasmessa con l’ausilio di un gruppo elettrogeno, mentre congelatore e barbecue sono ben al riparo sotto agli alberi della Riserva (foto in basso).  Il risultato? Frotte di ragazzini allettati dall’intrattenimento gratuito e dalle birre ghiacciate a due euro. Con tanto di inquinamento acustico e immancabili risse. 

 

 

Meglio non va ai locali della litoranea, costretti a competere tutte le sere con furgoncini di tutti i tipi, piazzati in maniera strategica davanti ai locali più in voga, dal Lucky al M’Ama. Attività ricreative che a fine serata devono fare i conti con i mancati introiti “sottratti” dai loro concorrenti “itineranti”.

Il fenomeno è ormai diffusissimo e sta mettendo in ginocchio le attività commerciali della zona. Negli ultimi tempi sono stati registrati ben  7 licenziamenti tra gli stabilimenti balneari a causa dell’enorme flessione degli incassi rispetto lo stesso periodo dell’anno precedente, la cui causa è riconducibile alla presenza di ambulanti che irregolarmente, ormai da parecchie settimane, sostano stabilmente nelle aree pubbliche prospicenti dette attività, esercitando la vendita degli stessi prodotti ad un prezzo nettamente inferiore ai prezzi adottati dal commercio stabile“, si legge in una nota inviata al Prefetto di Messina Francesca Ferrandino da Confesercenti, che punta il dito contro una concorrenza sleale basata “sulla mancata tassazione, frutto di alcuni privilegi derivati dall’essere ambulante senza posto fisso”.

«Per effettuare i controlli relativi alla sosta a pagamento nella zona di Faro, il Comune impiega quotidianamente 27 ausiliari del traffico, con il compito di multare le auto prive di regolare gratta e sosta.  Ma se da un lato gli ausiliari non lesinano contravvenzioni agli automobilisti inadempienti, dall’altro si dichiarano incompetenti ad intervenire sugli ambulanti abusivi, in quanto, sostengono, se pagano il tagliando di parcheggio e sono in possesso della licenza, non sono multabili“, si legge in una nota di Confesercenti datata 22 giugno che fa specifico riferimento all’art. 37 del regolamento sul commercio, secondo il quale i titolari di Autorizzazioni di Tipo C non possono sostare nello stesso punto per più di sessanta minuti, ovvero la superficie occupata durante la sosta. Le soste possono essere fatte solo in punti che distino fra loro almeno cinquecento metri”.  

Argomentazioni analoghe a quelle contenute in una lettera spedita il 3 luglio al sindaco Renato Accorinti e agli assessori al Commercio, alla Viabilità e al Patrimonio, in cui si chiede un incontro urgente per porre rimedio alla questione. “Mentre i Vigili Urbani prima si accontentavano di chiedere solo le autorizzazioni all’attività ambulante, ora fanno anche spostare gli ambulanti (ma solo perché i giornali ne parlano) perché appena i Vigili vanno via, gli ambulanti tornano al loro posto”, scrive il presidente Alberto Palella.

Sotto la lente dell’associazione di categoria, anche le autorizzazioni per la vendita degli alcoolici (“che non ci risultano siano in regola”, sostengono a Confesercenti) e la tassa sui rifiuti, onere a cui fanno fronte tutti i commercianti muniti di regolare autorizzazione. Ma non gli ambulanti itineranti, che non vengono tassati a causa di una lacuna nel regolamento comunale, che consente ai titolari di questo genere di attività di non pagare la Tari, al contrario degli ambulanti a posto fisso, per cui è prevista la tassa di categoria“, specificano da Confesercenti. 

 

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