MESSINA. Fra le città italiane con più di 100mila abitanti, Messina si piazza al settimo posto in tutto il Paese per percentuale di suolo consumato nelle aree ad alto rischio frana. È quanto si evince da uno studio dell’Ispra (aggiornato al 2019), secondo il quale ad essere in pericolo sarebbe il 20% del territorio nazionale, seppur con intensità diverse.

A divulgare i dati è il Sole 24 Ore (qui il link), che ha riportato su una mappa interattiva il risultato del report realizzato dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, nel quale è presente anche un riferimento alla tragedia di Giampilieri del 2009. 

«Un’importante città del sud come Bari si legge nell’articolo – ha quasi il 40% del suolo consumato nelle aree dove il rischio di una frana è massimo, e a oltre il 10% ne troviamo parecchie altre come – in ordine crescente – Terni, Siracusa, Messina (12%), Trieste, Livorno, Catania, Prato e Salerno. Queste sono soltanto le località con almeno 100mila abitanti: se invece consideriamo tutti i comuni ne troviamo diversi dove tutto o quasi il territorio a maggior rischio è stato edificato comunque».

In totale, secondo lo studio, frane e inondazioni hanno provocato in Italia 1.947 morti, 69 dispersi, circa 2.500 feriti e oltre 400mila sfollati. Malgrado ciò si è continuato a consumare suolo anche in zone dove il rischio franoso è molto elevato e in luoghi densamente abitati.

Fra le aree della Sicilia più a rischio appaiono Caronia, con addirittura l’86 per cento di consumo suolo, Motta Sant’Anastasia e Partanna, sebbene “le regioni con valori più elevati di popolazione a rischio frane residente in aree a pericolosità elevata o molto elevata sono Campania, Toscana, Emilia-Romagna e Liguria. Se si prende in considerazione la percentuale di tale popolazione a rischio rispetto alla popolazione residente regionale i valori più elevati si registrano in Valle D’Aosta, Molise, Liguria, Abruzzo e Basilicata”.

 

 

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