MESSINA. Il Sud è ancora un Paese per giovani? L’allarme rosso è stato lanciato dai Giovani Consulenti del Lavoro delle sei regioni del Mezzogiorno d’Italia (Calabria, Campania, Sicilia, Puglia, Basilicata e Sardegna) che operano sul campo in un territorio di 20 milioni di abitanti, un terzo dell’intero Paese, in cui si registrano tassi di disoccupazione allarmanti che, nel caso di quella giovanile, sono arrivati ad essere fino a sette volte superiori alla media nazionale.

Da questo quadro impietoso, meglio noto come la cosiddetta ‘questione Meridionale 4.0’ nasce l’urgenza di un confronto approfondito tra tutti gli attori del mondo del Lavoro ed i Giovani C.d.L. del Mezzogiorno, lo rilanciano con il Primo Meeting dei Giovani Consulenti del Lavoro del Sud Italia in programma dal 22 al 24 giugno ad AltaFiumara Resort & SPA – Villa San Giovanni (RC), presentato questa mattina nel corso di una conferenza stampa.

Lo studio inedito. Il Meeting sarà un’occasione per riflettere sulle problematiche endemiche del tessuto economico del Sud ed anche per guardarle con occhi nuovi. Per l’occasione, infatti, La Fondazione Studi del Consiglio Nazionale dei Consulenti del Lavoro ha elaborato uno studio approfondito sui giovani cervelli in fuga dall’Italia che sarà presentato in anteprima nelle giornate di convegno in un focus sulla Calabria.

Lo ha annunciato Rosario De Luca, presidente della Fondazione Studi, che nella giornata del 23 giugno, ore 17.30 discuterà con l’on. Cesare Damiano, presidente della Commissione lavoro della Camera dei Deputati sul tema “L’Italia è ancora fondata sul lavoro?”

“Presenteremo un rapporto – ha precisato De Luca – su un argomento di tristissima attualità che è quello della partenza dei nostri giovani alla ricerca di lavoro verso altre regioni o altri Paesi. Lo stiamo predisponendo per tutt’Italia e al Meeting, anticiperemo un focus sulla Calabria cercando di capire chi sono i giovani che scelgono di andare via, dove vanno e soprattutto quali profili professionali hanno. L’indagine completa invece, sarà presentata al prossimo Festival del Lavoro in programma a Torino a settembre, proprio in concomitanza del G7 Lavoro che pure si terrà nella capitale sabauda”.

La ‘riconversione’ digitale. La fuga dei cervelli è solo uno degli aspetti che sta rimettendo in discussione tutto il sistema attuale delle politiche del lavoro, accanto a questo c’è anche un problema di legalità, oppure la necessità di individuare nuovi strumenti contrattuali capaci di rispondere con efficacia ai veloci cambiamenti della società e del mercato del lavoro. Cambiamenti che, spesso, sono legati a doppio filo con l’innovazione tecnologica e che dovrebbero spingere verso una vera e propria ‘riconversione’ delle figure professionali, soprattutto quelle cosiddetto ‘non native digitali’.

“Nel Meeting – ha spiegato Flaviana Tuzzo, presidente dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro di Reggio Calabria – ripartiremo dal tema affrontato nel nostro ultimo congresso ossia la legalità del lavoro perché solo diffondendo questa cultura attraverso i nostri studi professionali, che rappresentano il 70% delle aziende italiane, possiamo riuscire a tenere le imprese su un filo abbastanza importante. Riuscire a fare rispettare le regole è sempre più difficile ma noi ci siamo. Questo contesto apre nuove frontiere Alla nostra professione che, nel corso degli anni, si è evoluta al punto tale che oggi siamo uno degli interlocutori del ministero del lavoro”.

Il Meeting mette a confronto tutti i principali operatori del settore, non solo professionisti, ma anche studiosi, professori universitari, politici, economisti. Un vero e proprio network di intelligenze pronte a ragionare su prospettive, strumenti concreti e possibili scenari.

I dati Istat del Mezzogiorno. “Se guardiamo la classifica italiana sull’occupazione stilata dall’Istat – ha precisato Pietro Latella, presidente dell’Associazione Nazionale dei Giovani Consulenti del Lavoro – notiamo che le ultime venti province sono tutte del Sud. L’ultima è proprio Reggio Calabria. In tutto il Mezzogiorno il tasso di disoccupazione giovanile spesso supera il 50%. Questo significa che più della metà dei nostri ragazzi sono senza lavoro. Altri dati importanti sui quali occorre riflettere sono quelli relativi alla qualità della vita. Su 110 province censite, prima di arrivare a trovarne una del Sud bisogna scendere fino all’ottantesimo posto. In questo contesto, il Meeting non ha la presunzione di fornire delle soluzioni o dare delle risposte. Quello che possiamo fare tutti insieme, però, è avviare un confronto istituzionale sereno e costruttivo al fine di interrogarci se possiamo in qualche modo intervenire sulla costruzione degli scenari di domani”.

Non è un caso che all’organizzazione del Meeting hanno aderito unanimemente tutte le Associazioni Provinciali dei Giovani Consulenti del Lavoro delle sei regioni del Mezzogiorno supportate dal sostegno di importanti sponsor di rilievo nazionale (vedi programma allegato).

 

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