MESSINA. Si chiamano “M-assaggia la tua libertà” e “M- andare a puttane la prostituzione forzata” i due nuovi progetti sperimentali dell’associazione Penelope, ente anti tratta promotore del progetto Nuvole in progress, finanziato dal dipartimento pari opportunità con il patrocinio e il cofinanziamento del Comune di Messina. L’obiettivo? Fermare il fenomeno della prostituzione forzata attraverso i suoi stessi protagonisti: le vittime e i clienti. «Con il covid -spiegano dall’associazione- la prostituzione in strada è quasi scomparsa e diventa difficile avvicinare le vittime per capire se si tratta o meno di prostituzione forzata»
La prostituzione indoor (in casa, su appuntamento ndr.) è un fenomeno nascosto, per questo l’idea dell’Associazione Penelope è quella di muovere la campagna su due fronti. Con “M-assaggia la tua libertà” le vittime di prostituzione forzata potranno contattare direttamente il numero di servizio del progetto per denunciare la propria situazione e chiedere aiuto, con “M- andare a puttane la prostituzione forzata” invece a poter denunciare all’associazione casi di prostituzione forzata saranno gli stessi clienti. «È un progetto sperimentale, sappiamo già che i contatti saranno pochissimi ma a volte le persone non sanno che si rivolgono a prostituzione forzata e in quel caso possono intuire il fenomeno e contattarci. Al momento stiamo cercando di capire se verremo contattati e poi vorremo capire anche in che ottica coinvolgere le parti»
L’associazione Penelope si occupa quotidianamente di vittime di tratta, persone arrivate in Italia e sfruttate in qualsiasi ambito lavorativo. Solitamente la trafila è sempre la stessa (o comunque simile), i membri dell’associazione avvicinano i soggetti che notano in difficoltà e cercano di aiutarli come possono e proprio da qui parte l’analisi per il progetto. Da uno studio su alcuni siti dedicati infatti lo stesso ente ha notato che alcune realtà offrono “servizi che sembrano nascondere altro”, ma essendo appunto tutte esperienze indoor i membri che solitamente avvicinavano le vittime in strada si trovano davanti a un muro: « È un esperimento -scrivono sui social- per provare a superare il gap di conoscenza che ad oggi impedisce alle operatrici e agli operatori antitratta il contatto diretto coi fenomeni e le situazioni che sono chiamati ad affrontare e con le vittime che sono chiamati a mettere in sicurezza e a liberare». Per questo “M-assaggia la tua libertà” e “M- andare a puttane la prostituzione forzata” si svilupperanno anche attraverso la comunicazione social e offline con l’obiettivo di dare massima diffusione all’iniziativa, soprattutto nei confronti dei clienti.