MESSINA. Lieto fine per Laura Montalto, messinese madre di cinque figli, di cui uno in gravi condizioni di salute, abbandonata dal marito e senza reddito, costretta a vivere prima in una casa di riposo, poi in una casa famiglia e infine in una baracca nei pressi della Badiazza. Era cominciato nel 2009 il lungo calvario burocratico della donna per avere una casa dove abitare, contornato di istanze e ricorsi e terminato solo poco meno di un mese fa. A raccontare la vicenda della donna, che già dal lontano novembre 2006 veniva temporaneamente ospitata con i bambini su progetto di accoglienza presso la Casa di Riposo per anziani “Casa Serena”, è il legale che ha seguito la causa della famiglia, Annalisa Giacobbe.

«Nel marzo 2009 – racconta l’avvocatessa – veniva inviata una relazione sociale all’assessore ai Servizi Sociali ed all’Assessorato Politiche per la casa e Risanamento del Comune di Messina al fine di attenzionare la situazione. Il Servizio Sociale del Comune di Messina, prendendo atto della Relazione del Dipartimento Manutenzione Ordinaria e Straordinaria Stabili Comunali attestante le condizioni di degrado dell’immobile, con ripercussioni sullo stato di salute degli abitanti, soprattutto minori, e in attesa di assegnazione di alloggio popolare al nucleo familiare, considerata l’assenza di reddito e la disponibilità di posti presso la casa famiglia “La Glicine” proponeva il proseguimento dell’accoglienza presso la struttura».

Nel 2010 il Cirs (Comitato Italiano di Reinserimento Sociale) Onlus, gestore della casa famiglia “La Glicine”, con un’apposita relazione evidenziava la “necessità di attivare tutti gli interventi necessari alla tutela del nucleo familiare” della signora, “ivi compreso il reperimento di un alloggio al fine di garantire una sana crescita psico-fisica ai minori ed un indispensabile e concreto aiuto alla donna”.

«Nel 2011 – prosegue – l’Assessore alle Politiche della Famiglia, Rapporti con le Chiese, Politiche per la Sicurezza del Comune di Messina, visto che della situazione della donna si erano pure interessati gli organi di informazione televisiva pubblica, segnalava al Capo di Gabinetto del Sindaco la necessità di reperire un alloggio per la sua famiglia. Nulla accadeva, però, in tal senso e nessuna soluzione abitativa ed assegnazione di alloggio veniva individuata dalle Autorità, così la signora Montalto ed i suoi figli, terminato il progetto di accoglienza temporanea, erano costretti a lasciare la casa famiglia “La Glicine”, trovando quale unica soluzione abitativa la fatiscente baracca di contrada Badiazza», malgrado le numerose segnalazioni fatte al Comune di Messina riguardo la necessità e l’urgenza di poter godere di un alloggio adeguato.

«Il 5 marzo del 2013 – spiega ancora il legale – parte la prima domanda di partecipazione al bando per l’inserimento nella graduatoria ordinaria degli alloggi ERP indetto dal Comune di Messina, godendo peraltro di tutta una serie di punteggi preferenziali visto e considerato la presenza all’interno del nucleo familiare di un componente affetto da invalidità permanente superiore all’80%, nonché per alloggio sottoposto ad ordinanza di sgombero emessa non oltre tre anni prima della data del bando. Sugli esiti del predetto bando di concorso nulla più si è saputo, nonostante le ripetute richieste in tal senso. Ricorrendo tali presupposti, nel 2014 e poi, reiterandola, nel 2015 la signora formulava all’indirizzo del Comune di Messina un’istanza di assegnazione in deroga di alloggio ERP ex art. 12 del Regolamento del Comune di Messina, approvato con Deliberazione del Consiglio Comunale n. 31/C del 19.4.2012 e rubricato “assegnazione in deroga alla graduatoria».

Ma anche queste richieste – spiega l’avvocato Giacobbe – cadono totalmente nel vuoto, “mentre nel frattempo vengono prese in considerazione altre domande presentate da altri soggetti, nello stesso periodo, ed esitate positivamente”.

«È qui che la signora Montalto si rivolge a me, quasi ormai priva di speranze. Così con istanza di accesso agli atti del 24 luglio 2019, mio tramite, la signora ha reiterato nuovamente la propria istanza di assegnazione in deroga ai sensi dell’art. 12 del citato Regolamento comunale, chiedendo al contempo di conoscere se, contestualmente alla sue istanze di assegnazione in deroga di alloggio ERP, il Comune di Messina avesse proceduto a valutare ed accogliere altre istanze presentate per la medesima ragione e nello stesso arco temporale, da altri soggetti (scoprendo che diverse altre assegnazioni erano state effettuate)».

«Pertanto – prosegue la testimonianza – sussistendo in capo alla signora i requisiti soggettivi di cui al richiamato art. 8 del predetto Regolamento nonché almeno due delle circostanze gravi previste dall’art. 12 del Regolamento medesimo (lett. “d” ed “e”) ai fini dell’assegnazione in deroga di alloggio ERP, la donna, come detto, presentava in data 24 luglio 2019 la suddetta istanza di assegnazione in deroga, su cui però, come per il passato, non riceveva alcuna risposta».

In mancanza delle predette doverose risposte da parte dell’ente locale interpellato, Laura Montalto proponeva, quindi, dinnanzi al Tar di Catania un ricorso contro il Comune di Messina. Nelle more della decisione, però, interveniva un provvedimento del Dipartimento Politiche per la Casa del Comune di Messina del 06 agosto 2020, con il quale veniva comunicata alla ricorrente la reiezione della propria istanza del 24 luglio 2019..

«Così la signora, sempre mio tramite, impugnava il predetto diniego ancora una volta dinnanzi al Tar, ed anche qui, sempre nelle more della decisione, il Dipartimento Politiche per la casa del Comune di Messina, mi comunicava che stavano cercando un alloggio che fosse confacente alle necessità della signora».

La sua odissea tuttavia non finisce qui: «Dopo questo ancora un lungo silenzio, così ancora una volta viene inviata una nota di diffida al Dipartimento medesimo, invitandolo a trovare immediatamente l’alloggio e/o a farci sapere se nel frattempo altri alloggi fossero stati assegnati ad altri, intimando che in mancanza si sarebbe proseguito nell’azione giudiziale intrapresa».

Infine la buona novella. Finalmente arriva l’alloggio comunale, presso il Complesso Linea Verde, a pianterreno, con la sottoscrizione del verbale di consegna del 25 febbraio 2021.

«Sembra strano che oggi si gioisca per avere una casa degna di questo nome che dovrebbe essere un diritto di tutti ma che purtroppo nella nostra città ancora non lo è affatto. Io con i miei figli siamo stati costretti per anni a vivere in condizioni assurde che non auguro a nessuno, felice oggi di poter dire anch’io di avere una vera casa!», commenta la donna al termine della sua odissea.

Subscribe
Notify of
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments