MESSINA. Valorizzare e mettere in sicurezza la “Casa del Puparo” di Maregrosso, riconsegnando alla cittadinanza un bene di grande prestigio, unico nel suo genere, da anni ormai in stato di abbandono.
È l’obiettivo dei consiglieri della Terza Circoscrizione, che ieri hanno incontrato nella Sala Giunta di Palazzo Zanca il vicesindaco Salvatore Mondello, in presenza dell’architetto Carmelo Celona (dipartimento Beni Culturali) e di Pierpaolo Zampieri e Mosè Previti dell’associazione Lalleru. Al centro del dibattito, in particolare, il parziale abbattimento del muro di recinzione del monumento, ad opera di ignoti.
«Il nostro obiettivo – spiega il consigliere del M5S Alessandro Geraci – è quello di istituire un protocollo d’intesa tra associazioni già operanti nel settore culturale e turistico, il Comune di Messina e la III circoscrizione, parte attiva del processo di gestione. Prima di tutto, però, è necessario mettere in sicurezza la casa e realizzare un nuovo muro di protezione, prima che lo stesso crolli definitivamente. Siamo sicuri – prosegue il consigliere pentastellato – che ieri al tavolo fossero presenti le persone giuste: esponenti del territorio che per passione, dedizione e preparazione potranno aiutarci in questo progetto di ampio respiro. Lo scopo è valorizzare Casa Cammarata a 360°, facendo sì che la realizzazione della nuova Via Don Blasco non penalizzi ulteriormente il bene, ma rappresenti al contrario un’occasione per riqualificarlo. Ieri – conclude Geraci – abbiamo “investito” ufficialmente del compito il vicesindaco Mondello, che rappresenta per noi l’interlocutore ideale per via delle sue deleghe ai Lavori Pubblici, ai beni culturali e al rapporto con le circoscrizioni».
Numerosi gli interventi pensati per la riqualificazione del monumento, con una serie di attività a breve, medio e lungo termine. «In una prima fase – spiega ancora Geraci – sarà necessario ripristinare il decoro della Casa, con il rifacimento del muro, la riparazione dell’impianto di Illuminazione e l’estirpazione delle erbacce. In un secondo momento occorrerà completare la procedura del vincolo storico artistico e culturale, individuare un luogo idoneo per mettere in mostra le opere minori del Cammarata e utilizzare il Georadar dell’Università per ritrovare il terzo elefante più grande. Infine – conclude Geraci – sarà fondamentale inserire il progetto di restauro e musealizzazione delle vestigia nel Masterplan o nel triennale delle Opere Pubbliche, creare un circuito turistico ad hoc, con l’organizzazione di eventi e convegni, e individuare una o più associazioni per la gestione turistico/culturale del bene».
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