MESSINA. «In vista dei lavori di manutenzione della condotta dell’acquedotto Fiumefreddo, durante la conferenza stampa di presentazione del Piano di gestione dell’emergenza connessi alla sospensione dell’erogazione idrica predisposto da AMAM e Comune di Messina, con il supporto di Messina Social City, i vertici dell’Amministrazione Comunale ed il CdA e la Direzione della partecipata, avevano garantito il contenimento dei disagi ed una precisa tempistica, impegnandosi, tra l’altro, ad una gestione puntuale delle informazioni alla cittadinanza. Già in quell’occasione, sono apparsi insufficienti i 10 punti di approvvigionamento predisposti. I quattro rubinetti fissi e le sei autobotti sono apparsi evidentemente pochi rispetto al fabbisogno di un territorio vasto e articolato. Sono stati altresì inadeguati i mezzi di approvvigionamento mobili, idonei unicamente a riempire autoclavi a piano di strada e totalmente inadatti a supportare serbatoi ai piani superiori o nelle terrazze. Ci si domanda perché non è stato previsto il ricorso alle autobotti dei privati per mitigare i gravi disagi». Così, in una nota, il coordinamento provinciale del Partito Democratico di Messina.
«Ma è sul fronte della comunicazione e dell’informazione che il piano d’emergenza ha dimostrato tutta la sua fragilità. L’Amministrazione comunale, con il sindaco Federico Basile in testa, ha, infatti, preferito la propaganda che non prendersi cura delle reali condizioni di disagio delle persone. L’effetto spot di comunicare, già sabato mattina, che l’emergenza era finita, facendosi fotografare con il casco presso i cantieri, è stato un boomerang pesantissimo per le cittadine ed i cittadini – continuano gli esponenti del partito – Se è vero che grazie all’encomiabile lavoro delle maestranze di AMAM e delle ditte, a cui va il nostro plauso, gli interventi di manutenzione si sono ultimati nei tempi previsti, affermare che la crisi era superata è stato un atto irresponsabile di una comunicazione istituzionale totalmente fuorviante. L’emergenza era, infatti, ancora in pieno svolgimento perché, per ritenerla superata, occorreva il ripristino complessivo della condotta, attraverso la messa in pressione ed il collaudo, e, soprattutto, era necessario attendere i tempi tecnici per il pieno riempimento dei serbatoi in città. L’ultimazione dei lavori non significava, infatti, il ripristino dell’erogazione, ma il messaggio di Basile è andato in tutt’altra direzione. Questa campagna errata informazione, ha determinato false aspettative tra la popolazione causando lo spreco, da parte della cittadinanza, delle riserve d’acqua che invece avrebbero dovuto essere ulteriormente razionare. È gravissimo che per una prima pagina nei giornali si rischi di mandare in tilt un’intera comunità, di fronte alla fruizione di un bene essenziale e primario come l’acqua».
«A ciò si aggiunga che le cittadine e i cittadini si sono sentiti abbandonati perché nonostante l’annuncio dell’assessore Minutoli della disponibilità di 30 linee di ricezione delle segnalazioni presso il Centro Operativo Comunale (C.O.C.), ci sono giunte decine di segnalazioni di persone che hanno provato a mettersi in contatto, ma pur trovando la linea libera, non hanno ricevuto risposta – si legge ancora nella nota – Anche qui una comunicazione distorta che ha esasperato la cittadinanza, lasciando senza risposta molte segnalazioni e determinando, quindi, interventi parziali e caratterizzati da discrezionalità. Si doti il C.O.C. di un centralino funzionante o comunque di una piattaforma che consenta, come con tutti i numeri di emergenza, la tracciabilità delle richieste di intervento così da garantire – anche attraverso altri canali come whatsapp, mail, pec – la massima trasparenza al servizio. Al contrario, leggiamo oggi dalle notizie di stampa che il C.O.C. è stato chiuso anzitempo; mentre un ulteriore guasto alla condotta avrebbe consigliato che rimanesse ancora aperto».
«Un’altra questione riguarda i soggetti fragili (anziani, disabili o allettati) rispetto ai quali non è apparso sufficiente il lavoro svolto da Messina Social City, posto che ci sono pervenute segnalazioni di persone vulnerabili che non hanno potuto accedere alle autobotti o ai rubinetti fissi; di queste persone andrebbe fatta una mappatura e programmato un approvvigionamento a mano – prosegue il coordinamento – Un disastro, dunque, con tante parti della città, specie quelle nella zona nord e a monte, che ancora oggi segnalano ritardi nell’erogazione idrica. Nel giorno in cui viene pubblicata la classifica sulla qualità della vita di Italia Oggi, in collaborazione con l’Università “La Sapienza”, e Messina scende ancora più in basso, in terz’ultima posizione, l’esito della gestione dell’emergenza idrica segnala una condizione molto precaria della tenuta del sistema-città a fronte di una solo sbandierata efficienza».
«È evidente che, siccome sono in programma altri interventi di manutenzione sull’acquedotto nei prossimi mesi, occorrerà un piano di emergenza che faccia tesoro dei troppi errori grossolani di questi giorni e provi a rispondere alle esigenze della cittadinanza, rinunciando alla propaganda e coinvolgendo tutte le istituzioni operanti in città, e anche il volontariato, ed accedendo ad eventuali supporti del privato (a partire dalle autobotti fornite eventualmente di motopompe supplementari, per approvvigionare i serbatoi collocati nei balconi o nelle terrazze) – concludono – In sei mesi sono programmati altri otto interventi e la città, già in sofferenza per il servizio ordinario che viene offerto, non merita l’ennesima presa in giro. Chiediamo vivamente, pertanto, che per la interruzione idrica già prevista per il prossimo 15 dicembre non si commettano gli stessi errori, e che non si faccia passare ancora come interruzione di un solo giorno, disagi idrici che in questo primo step sono durati 4/5 giorni».