MESSINA. Domani pomeriggio alle ore 16:00 presso l’Aula 105 dell’Aulario di Via Pietro Castelli 46, l’ associazione Fajdda – Unione giovanile indipendentista e il Laboratorio territoriale, laboratorio di studi e intervento politico per l’autogoverno, presenteranno la rete #LassalaPeddiri alla cittadinanza.
Lassala Peddiri – la plastica fa schifo, è una rete regionale che richiede l’abolizione dell’uso della plastica monouso in Sicilia e al suo interno raccoglie enti locali e pubbliche amministrazioni, associazioni e comitati territoriali, movimenti e gruppi nata per lanciare una campagna che prende lo stesso nome della rete.
“Subito dopo l’assemblea regionale di Lassala Peddiri tenutasi a Milazzo il 27 aprile, a cui eravamo presenti, abbiamo deciso di portare avanti anche a Messina gli obiettivi che la campagna si pone. Da qui l’idea di presentare la campagna all’interno dell’Università di Messina. Siamo studenti universitari e crediamo che il cambiamento debba partire da noi e dai luoghi della formazione che viviamo ogni giorno” afferma Domiziana Giorgianni di Fajdda, giovane messinese che porterà avanti la campagna a Messina.
Durante l’iniziativa interverranno l’assessore all’ambiente del comune di Messina Dafne Musolino, Erika Bucca di LassalaPeddiri e la professoressa Annamaria Visco docente di Materiali Polimerici presso il dipartimento di Ingegneria dell’Università degli Studi di Messina.
” Sono state invitate a partecipare le diverse associazioni della città fra cui Parliament Watch Italia, Puli-AMO Messina, Fuori di ME, Faciti ca non moru e Pro Loco Capo Peloro ma il nostro invito è aperto a tutte le associazioni e singoli che, come noi, condividono questa campagna. Per noi aderire alla campagna significa contrastare l’attuale modello di gestione dei rifiuti, ma sopratutto lottare per una maggiore qualità della vita e per la difesa del nostro territorio da chi lo sfrutta e lo inquina.
Nostro desiderio e obiettivo è liberare la Sicilia dalla plastica e da tutte le nocività che questo modello di sviluppo genera” afferma e conclude Domiziana Giorgianni.