MESSINA. Si terrà nel pomeriggio di oggi, 13 dicembre, alle ore 18.30, presso la libreria Colapesce – libri, gusti, idee, via Mario Giurba 10, la presentazione del libro dell’antropologo, sociologo ed esperto di studi culturali britannico Ian Chambers intitolato “Lampedusa/Gaza – L’ orologio coloniale e i linguaggi interrotti”. “In Gaza–Lampedusa, Iain Chambers mostra come tragedie che percepiamo come lontane siano in realtà profondamente connesse al nostro stile di vita – sottolinea Venera Leto, architetta e libraia titolare della libreria Colapesce – esse non sono eventi eccezionali, ma effetti di un sistema occidentale regolato da un orologio coloniale che continua a gerarchizzare tempi, spazi e vite, producendo esclusione e violenza. Questo sistema genera linguaggi interrotti e fratture che rendono invisibili le responsabilità storiche e politiche dell’Occidente. Per Chambers, è quindi necessario immaginare nuovi linguaggi capaci di ricucire queste discontinuità e mettere in crisi le narrazioni dominanti. In questa prospettiva, l’arte diventa uno spazio privilegiato di possibilità: esempi come documenta 15 mostrano come sia possibile sovvertire i codici culturali occidentali e aprire a temporalità e soggettività altre. Anche la musica, attraversando confini e culture, rappresenta un linguaggio capace di incrinare le logiche di segregazione imposte dal sistema occidentale, offrendo la possibilità di ripensare le relazioni globali oltre la divisione coloniale”. Nel suo ultimo lavoro l’autore, dunque, mette in relazione due spazi apparentemente distanti: Lampedusa, frontiera europea delle migrazioni, e Gaza, territorio assediato e simbolo di una colonizzazione permanente, per mostrare come entrambi siano attraversati dalle stesse logiche di violenza, esclusione e gerarchia prodotte dalla storia coloniale occidentale. Il “tempo coloniale” evocato dal titolo è un meccanismo che ordina e controlla vite, movimenti e narrazioni. Un orologio che definisce chi può parlare, chi può muoversi e chi può esistere nello sguardo europeo. Chambers, quindi, va ad esplorare ed interrogare esattamentequesti linguaggi spezzati tra voci interrotte e saperi marginalizzati che emergono dalle frontiere del Mediterraneo in un libro chepropone una riflessione intensa, e critica, sul modo in cui vengono raccontati il mare, le migrazioni ed i conflitti, invitando a ripensare al Mediterraneo come spazio di relazione, resistenza e possibilità, oltre le categorie imposte dal potere. A dialogare con lo scrittore britannico saranno presenti il sociologo messinese Pietro Saitta e l’antropologa messinese Giuliana Sanò e durante la presentazione interverranno Patrizia Maiorana (Circolo Arci Thomas Sankara e Coordinamento Messina Palestina) e Francesca Frisone (Mediterranea Saving Humans).






