MESSINA. Si svolgerà oggi, dalle 10 alle 13 il presidio di Non una di Meno, davanti di fronte al consultorio di via del Vespro, contro l’emendamento sull’aborto proposto da Fratelli D’Italia. «È l’ennesimo attacco ai diritti e ai corpi delle donne, l’ennesimo tentativo di strumentalizzare le retoriche antiabortiste per controllare le nascite» spiega l’organizzazione in una nota.
«Secondo la Legge 194 del 22 maggio 1978, il consultorio e la struttura socio-sanitaria, nel rispetto “della dignità e della riservatezza della donna”, deve procedere con tutti gli accertamenti medici necessari e valutare con la stessa la possibile risoluzione delle cause per cui richiede l’IVG. È chiaro quindi che il “coinvolgimento di soggetti del terzo settore” con “qualificata esperienza nel sostegno alla maternità” è superfluo: la legge specifica un iter ben preciso da seguire e l’affiancamento di professionisti qualificati. Purtroppo le strutture di settore spesso sono carenti per questioni economiche, dato i continui tagli alla sanità. In questo quadro pertanto è vergognoso che FDI voglia trasformare i consultori in succursali dei centri pro-vita» continuano.
«L’emendamento sull’aborto -spiegano- oltre a rappresentare un uso improprio dei fondi del PNRR, come sottolineato anche dalla Commissione europea per gli Affari economici e finanziari, non apporta alcun miglioramento alla sanità pubblica, ma tenta di rinforzare il legame già esistente tra i vertici del governo e le associazioni pro-vita di stampo cattolico. Si tratta di un affronto alla democrazia, perché in uno Stato davvero democratico nessuna religione può interferire con le questioni pubbliche, specialmente in un campo delicato come quello della sanità. Come collettivo abbiamo già denunciato la presenza di esponenti pro-vita dentro l’ambulatorio di ginecologia del Policlinico di Messina, e fortunatamente la questione è stata risolta. Per questo sappiamo bene quanto questo emendamento possa essere dannoso. Ribadiamo ancora una volta che nessuno può decidere sul corpo delle donne: né Dio, né lo Stato. L’aborto è un diritto e continueremo a lottare contro ogni forma di violenza sui nostri corpi, perché ci appartengono: autodeterminarci è una nostra scelta!»