MESSINA. L’ha ribadito anche nel lungo preambolo (dodici pagine) al “SalvaMessina“: tra il sindaco Cateno De Luca ed i sindacati non corre buon sangue. Anzi. Il problema è che le posizioni restano “rigide”, e nessuno dei due contendenti è disposto a fare un passo indietro. E dopo gli attacchi di De Luca al personale “fannullone” di Palazzo Zanca, la Uil risponde. Per le rime.

Pippo Calapai ed Emilio Di Stefano, rispettivamente segretario generale e segretario aziendale della Uil-Fpl di Messina, hanno scritto al sindaco di Messina invitandolo a rivedere la sua posizione in ordine al personale comunale. “La politica del terrore, del discredito, dei licenziamenti generalizzati a tutti i livelli che il sindaco da mesi annuncia, a nostro avviso, non è la soluzione per restituire maggiore efficienza ai servizi da erogare ai cittadini utenti. Non accettiamo che le colpe gravi di determinate scelte politiche che hanno dirottato l’Ente verso una crisi finanziaria che molto probabilmente si concretizzerà con la dichiarazione di dissesto, si riversino esclusivamente sui dipendenti comunali che, ribadiamo, sono stati e continuano ad essere le principali vittime del sistema politico-sindacale clientelare al pari dei cittadini utenti, come più volte denunciato da questa organizzazione sindacale nel corso degli ultimi anni.

Riorganizzare la macchina amministrativa è fuori dubbio una priorità. La scrivente, per essere chiari, si è opposta con tutti i mezzi legittimi alla vigente Struttura Organizzativa, alla gestione delle risorse umane ed alle politiche assunzionali messe in campo dalle Amministrazioni che l’hanno preceduta. Più volte la nostra organizzazione sindacale è stata costretta a far ricorso agli organi giudiziari per poter tutelare i diritti, la dignità e l’onorabilità dei lavoratori. E Lei ne dovrebbe essere al corrente, considerato che sul provvedimento di revoca delle Posizioni Organizzative e Alte Professionalità ha colto con favore l’esito giudiziario che riconosceva la scrivente vittoriosa.

Entrando nel merito della organizzazione dei servizi e degli uffici, è importante puntualizzare che le dotazioni organiche, i profili professionali necessari allo svolgimento dei compiti istituzionali, la carenza o l’eccedenza degli stessi, la proposta di modifica di quelli obsoleti o non necessari, sono elaborati su proposta dei dirigenti. Pertanto, la dotazione organica in vigore è il frutto delle proposte indicate dai dirigenti, approvate dalla Giunta e validate dalla Commissione Ministeriale per la stabilità finanziaria (C.O.S.F.E.L.), presso il Ministero dell’Interno. .

La tabella allegata alla deliberazione della G.M. n. 463 del 06/09/2018 sul fabbisogno triennale del personale 2018/2020, risulta una carenza d’organico di 99 unità per la cat. A e di 115 unità per la Cat. “B”. Dati, questi, che evidenziano un palese contrasto con le Sue esternazioni pubbliche in merito all’eccedenze di personale in dette categorie.  Su detti dati sarebbe opportuno fare chiarezza, anche per il rispetto che merita chi da anni svolge il proprio ruolo a volte al di sopra delle proprie mansioni, affidate loro peraltro dai loro superiori. Occorrerà quindi rimodulare la futura dotazione organica in relazione alle esigenze di particolari profili professionali necessari alla nuova struttura organizzativa di cui l’Ente si vorrà dotare per erogare servizi efficienti ai cittadini. La scrivente Organizzazione non si opporrà a cambiamenti che potranno portare maggiore efficienza e nel contempo migliorare il “benessere” lavorativo, ma non accetterà cambi di profili senza chiari criteri di individuazione, preventivamente comunicati e concertati come previsto dalla normativa in materia.

I sindacalisti pongono poi la propria attenzione al ventilato cambio di profilo: “Ci si augura che i dirigenti preposti all’individuazione di dipendenti al cambio di profilo utilizzeranno solo una logica oggettiva basata anche sui titoli di studio posseduti e sull’importanza del ruolo attualmente svolto dagli stessi, abbandonando ogni logica di scelta in funzione all’appartenenza ad organizzazioni sindacali e partiti politici. Auspichiamo che su detti temi si possa tenere un leale confronto di concertazione con le parti sociali. Lo schema della nuova struttura organizzativa approvato, a parte la riduzione del numero dei Dirigenti peraltro non condivisa dalla scrivente organizzazione sindacale, in quanto non giustificabile per le dimensioni per una Città Metropolitana qual è Messina, non lascia intravedere quella rivoluzione organizzativa annunciata sol perché nulla cambia in merito ai servizi rispetto alla struttura attualmente in vigore.

Non si può non ribadire quanto già detto in passato dalla Uil-Fpl in merito alle criticità sollevate sul piano di riequilibrio finanziario pluriennale 2013–2022. Tale piano, per quanto ci riguarda, è stato strutturato fondamentalmente sul dimezzamento del tourn-over. Ciò è di facile comprensione che l’Ente non potrà soddisfare a pieno le esigenze dei servizi da rendere al cittadino così come previsto dai parametri nazionali in tema di fabbisogno di personale in rapporto con il numero degli abitanti. Secondo questi parametri, il Comune di Messina, in condizioni di dissesto, dovrebbe avere 2042 dipendenti mentre attualmente ne conta circa 1.400 di cui molti a tempo part-time. Quindi se si fa una previsione all’anno 2022 tenendo conto del limite di assunzione del 50% dei pensionamenti imposto dal piano di riequilibrio approvato, della media anagrafica dei dipendenti in servizio (56 anni), della annunciata riforma pensionistica che anticiperebbe il congedo di molti dipendenti, l’Ente si ritroverebbe da un calcolo approssimativo con poco meno di 500 dipendenti. E’ sostenibile un piano del genere?  Normalmente nei casi di ristrutturazione aziendale si pensa immediatamente a come immettere nuova linfa per l’innalzamento della produttività dei servizi. E quindi esattamente il contrario di ciò che si era prefisso di fare il Comune di Messina per risolvere la crisi finanziaria. Neanche da questa Amministrazione ancora abbiamo sentito un accenno su nuovi concorsi pubblici per il necessario ricambio generazionale con le previste riserve interne necessarie a motivare il Personale già in servizio, anch’esso elemento necessario per il miglioramento dei servizi. E’ doveroso chiedere al sindaco di non fare di tutta l’erba un fascio.

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Angela
Angela
13 Ottobre 2018 6:34

Onore al merito ma è doveroso ricordare che per bandire concorsi bisogna vantare credito e non mi sembra il caso del nostro comune,buttando fumo agli occhi di chi legge. A meno che non ci venga ampiamente illustrato anche la modalità dell’assunzione. Piuttosto di inseguire chimere e far credere chissà cosa sosteniamo anche i tempo pieno di lavoratori ancora part-time, restituendone giusta dignita’