MESSINA. Una riflessione sulla politica messinese, sulla sinistra e sull’operato del sindaco Cateno De Luca, dallo sbaraccamento alla questione Partecipate. A distanza di sei mesi delle elezioni amministrative, il coordinatore provinciale di Articolo Uno Domenico Siracusano prende carta e penna per analizzare lo scenario cittadino, prendendo di mira lo stato sociale ed economico del Comune, sull’orlo del dissesto finanziario, e i toni e gli atteggiamenti del del primo cittadino, che “rischiano aggravare e non risolvere i problemi della nostra comunità”.

«Il Sindaco – scrive Siracusano – ha ripreso la sua tecnica del attacco, spesso violento, nei confronti di chi non la pensa come lui. Il primo cittadino non ama in contraddittorio nonostante gli annunci e le promesse elettorali e post elettorali siano stati disattesi. Prima fra tutte la questione dello sbaraccamento che va affrontata con serietà e rigore e non accumulando date e scadenze che si sapevano già essere impossibili da rispettare. Non è neanche concentrandosi su un opera di mera architettura istituzionale delle partecipate che si offrono soluzioni alla efficacia dei servizi locali. Al di là delle caratteristiche della gestione – andrebbe sempre privilegiata quella pubblica – serve un pensiero, una riflessione, una visione del trasporto pubblico, del ciclo dei rifiuti e delle politiche sociali. Bisogna approfondire, individuare bisogni, costruire soluzioni operative: non basta insediare un consiglio di amministrazione dopo l’altro, tutti legati dal filo rosso della fedeltà al capo».

«La costruzione di soluzioni – prosegue la nota – non passa attraverso lo scontro permanente con il nemico del momento: prima i dipendenti comunali, poi il Consiglio Comunale, quindi i Sindacati. Serve la capacità di dialogare, ascoltare. Il Comune non è del Sindaco di turno ma è di tutti, per questo a Messina servono soluzioni durature, fondate su uno spirito di condivisione. Dal punto di vista istituzionale, le parti sociali vanno considerate tutte una risorsa, senza pregiudizi o strumentalizzazioni. Si recuperi, prima che sia troppo tardi, questa capacità di dialogo. Anche la questione, centrale, rispetto al dissesto finanziario, del rapporto con i creditori del Comune potrebbe beneficiare di un mutato clima sociale. Si guardi, soprattutto, fuori dal palazzo, Messina ha bisogno di una idea di sviluppo che la faccia uscire dalla profonda crisi in cui è sprofondata. Una visione di futuro non la costruisce un “uomo solo al comando” ma una classe dirigente diffusa che riscopre la capacità di pensare in maniera strategica», si legge ancora nel comunicato, che chiama in causa quindi il ruolo della “sinistra”.

«Occorre che, a partire dalla politica, tutti gli attori recuperino il proprio ruolo. Lo facciano i partiti che hanno responsabilità di governo nazionale e regionale, che appaiono spesso inconsistenti rispetto alle questioni locali. Lo faccia il PD e i suoi alleati che, in alcuni passaggi degli ultimi mesi, hanno agito in modo contraddittorio e a volte ambiguo, anche rispetto al programma che insieme al prof. Antonio Saitta avevamo costruito per la città. Rivolgano lo sguardo in avanti i gruppi che fanno riferimento alla precedente esperienza amministrativa, rendendosi finalmente conto di limiti ed errori e mettendosi a servizio della costruzione di ipotesi politiche nuove e più avanzate. Per quanto ci riguarda c’è un cantiere aperto. Con umiltà, consapevoli di limiti ed errori, abbiamo avviato, a livello nazionale, un percorso aperto e plurale per la ricostruzione di un soggetto politico della Sinistra, del Lavoro e dell’ambiente. A livello locale siamo convinti che ripartendo dalla centralità della questione sociale (periferie, povertà, diseguaglianze) e dall’idea di uno sviluppo sostenibile, legato fortemente alla risorsa mare, sia necessario attivare luoghi e spazi di confronto per la costruzione di un’alternativa credibile, ampia e plurale. In questa direzione intendiamo muoverci con determinazione».

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