MESSINA. Una gita… a palazzo madama. Gli studenti delle terze medie dell’Istituto Catalfamo, martedì 9 maggio, all’interno del programma della gita di fine anno a Roma, sono stati accolti nello storico palazzo per una visita guidata alla scoperta del Senato della  Repubblica. Ecco il racconto degli studenti.

“L’arrivo a palazzo Madama è avvenuto nel pomeriggio, alle 15 circa. La fila per entrare è stata densa di attesa e curiosità pure perché appena giunti, abbiamo visto tutte le macchine blindate con la scorta che aspettavano il Presidente del Senato, Ignazio La Russa. Che sorpresa incontrarlo! Si è fermato a salutarci, ci ha chiesto da quale parte della Sicilia venivamo e nella “lingua comune” ci ha augurato buon divertimento”.

“Appena dentro ci hanno fatto spegnere i cellulari e siamo passati dal metal detector, infine ci ha accolti un commesso gentilissimo, chiaro, garbato e preparato, una specie di Alberto Angela del Senato insomma: è lui che ci ha accompagnati per tutta la visita“.

“Il primo ambiente che abbiamo scoperto è stato il cortile interno; qui la nostra guida ci ha raccontato un po’ di storia del palazzo: da quando apparteneva a un ordine monastico e venne richiesto dai Francesi quale luogo per accogliere i pellegrini, fino a quando ci andò ad abitare Margherita d’Austria, figlia di Carlo V, data in sposa ad Alessandro de Medici, alla quale il palazzo deve il suo nome (Margherita infatti veniva chiamata “la Madama”). Il commesso ci ha anche spiegato che a Roma con l’espressione “Arriva la Madama”, si intende dire che stanno arrivando le forze dell’ordine in quanto alla fine del Settecento il palazzo divenne sede della polizia dello Stato Pontificio”.

“Dopo avere lasciato il cortile siamo saliti al primo piano ed abbiamo visitato le altre sale: sala Garibaldi, un grande salone dove si trova un busto dell’eroe dei due mondi e dove i senatori possono incontrare, oltre ai colleghi, persone in visita; la sala Maccari dove sono raffigurati episodi della storia del Senato romano che ricordano alcune virtù dei buoni senatori: onestà, eloquenza, coraggio. Proseguendo siamo arrivati alla sala del Risorgimento e infine in quella dello Struzzo, chiamata così forse per indicare la casata di Margherita d’Austria (“Austria” e “struzzo”, nella lingua allora in uso, erano due parole molto simili)”.

“Alla fine siamo entrati  nell’ Aula del Senato di cui tante volte a scuola avevamo  parlato. La guida ci ha raccontato la storia dell’aula e dei suoi componenti e infine, dopo la spiegazione sul sistema di votazione e sul funzionamento della pulsantiera che i senatori usano per esprimere il loro voto, il momento più emozionante: hanno fatto simulare anche a noi una votazione regalandoci una vera, unica esperienza di cittadinanza attiva.

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