Nel novembre del 1997 ho rasato i capelli a zero perché ogni domenica che passavo davanti alla tv mi innamoravo di Ronaldo. Ho mantenuto quel taglio per anni, pur con qualche variante, per cui non sono la persona più adatta per fare la morale a chi è a lutto da giorni per la morte di Diego Armando Maradona—anche volendo, non potrei. So cos’è la fede, e in questo caso si tratta proprio di una forma di fede quasi religiosa, sicuramente molto oltre il calcio: Maradona è stato uno dei, boh, dieci personaggi storici a essere oggetto di un culto mentre era ancora ampiamente in vita, con decine di milioni di fedeli sparsi per il mondo. Non parleremo dei suoi errori, li ha commessi, lo sappiamo tutti, ha danneggiato prevalentemente sé stesso (gli effetti della cocaina, per dirne una, non sono propriamente migliorativi per quanto concerne le prestazioni sportive), ma oggi vi lascio una playlist che celebra la vita e le opere di uno dei più grandi di ogni tempo. Uno dei due, mi perdonerete, perché io i capelli a zero li avevo tagliati per Ronaldo.

Opus – Live is Life

È il 19 aprile del 1989 e siamo a Monaco di Baviera, all’Olympiastadion; il Bayern attende il Napoli per ribaltare lo 0-2 del San Paolo, e dalle tribune nel riscaldamento parte Live is life degli Opus. Quello che accade dopo è una pagina iconica come molte per il personaggio Maradona, che comincia a danzare e palleggiare, a giocare sulle note e a toccare il pallone a ritmo, perché quel pallone è un compagno di viaggio senza segreti e ci può anche ballare se ne ha voglia. Un inno alla bellezza dello sport, un momento scolpito nella storia, perché almeno in campo nessuno poteva dire mezza parola su Diego Armando Maradona.

Andres Calamaro – Maradona

“Gli argentini hanno un uso maestoso della parola”: il primo impatto con l’universo Calamaro l’ho avuto qualche anno fa e a introdurmi all’argomento, beato me, fu l’avvocato Federico Buffa. Il Bob Dylan argentino, sempre parole non mie, cantò le gesta di D10s nel 1999, nel disco Honestidad brutal. “Non mi importa in che pasticcio si caccia, Maradona è mio amico”, pensiero che emerge in modo rilevante da parte di più o meno chiunque lo conoscesse; e tutti i figli dell’aquilone cosmico, in fondo, sentono queste parole, ma in realtà la parte più significativa del brano è qualche riga più su, “Es un ángel y se le ven las alas heridas”: Maradona è un angelo e si vedono le sue ali ferite.

Manu Chao – La vida tombola

Qui sinceramente mi sembrerebbe superfluo sprecare altre parole. Lascio una versione (visibile cliccando qui) tratta dal documentario di Kusturica.
“Io sono la mia colpa e non posso rimediare”.

Nino D’Angelo – Brava gente

Tra i molteplici tributi di questi giorni, uno dei più toccanti è stato quello di Nino D’Angelo, personaggio ovviamente legatissimo alla figura di Diego Armando Maradona. Brava gente è un brano socialmente impegnato, un testo che prendiamo come esempio per la voglia di ribellione di un popolo, quello napoletano, che a D10S deve la sua rivincita sociale negli anni ’80, nonostante poi la divisione dei tragitti dopo i successi partenopei. C’era gente, a Italia ’90, che tifava Maradona e non l’Italia in quella semifinale. C’era un popolo che attendeva Maradona e la sua Napoli che provava a difenderlo. La stessa Napoli che in questi giorni è ancora a lutto, la stessa Napoli che amerà per sempre un calciatore divenuto Dio.

Fabrizio De André – La cattiva strada

Non avessi già inserito in una precedente playlist Preghiera in gennaio, avrei chiuso con quella. Ma come nel più classico dei Paganini, non ci piace ripeterci—però difficilmente troveremmo qualcuno di più adatto per terminare questa serie di brani a tema, qualcuno di più aderente a Maradona rispetto a Fabrizio De André. Perché scrivere degli ultimi non vuol dire solo scrivere dei poveri, ma anche degli emarginati, di chi viene visto con occhio storto nonostante danneggi prevalentemente sé stesso. Perché tutti abbiamo seguito, in un modo o nell’altro, una cattiva strada. E quando aguzzino e vittima coincidono, è sempre poco delicato accusare con odio cieco. Ciao Diego, ci rivediamo più avanti, sulla tua strada, buona o cattiva che sia, là dove continuerà a esserci amore un po’ per tutti.

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