È un lunedì diverso, lo so, perché fortunatamente sabato siete andati a dormire all’1.32 e quindi ieri avete riposato. Ringraziando chi finalmente ci ha concesso di non bere camminando durante il weekend, perché poi è un attimo che inciampi, cadi e ti fai male, affrontiamo questo lunedì mettendo in chiaro una volta e per sempre che la notte è fatta per dormire, se volete ubriacarvi in giro siate civili e fatelo dalle 17 alle 20 come i bimbi grandi. Se avessi un avvocato qui, prima di lanciare i cinque brani odierni, mi suggerirebbe di aggiungere che è solo ironia. Serve davvero? Nel dubbio, prosit.
Teatro degli orrori – È colpa mia
Non arriva esattamente come un fulmine a ciel sereno, ma ieri si sono ufficialmente sciolti i Teatro degli orrori. Era nell’aria, alla base qualche dissapore interno in una band che in una dozzina d’anni ha messo insieme qualche buon lavoro, specie i primi due bellissimi album, Dell’impero delle tenebre e A sangue freddo. Proprio da quest’ultimo ascoltiamo È colpa mia, lucidissimo pezzo che Capovilla e soci potrebbero mettere su in questo periodo per non alimentare futili discussioni social.
Wild palms – Delight in temptation
Qualche anno fa, quando lavoravo per un giornale del centro Italia, mi arrivò a casa Until spring, disco promo di un gruppo che non conoscevo, prodotto dalla One little Indian records. L’etichetta in questi giorni ha cambiato nome, divenendo One little indipendent records, e mi è tornata in mente questa interessantissima band, i Wild palms, i quali nel 2017 hanno però interrotto il proprio percorso artistico. Dato che la nostalgia è un sentimento nobile (quindi non va sfruttata per fini monetari) li andiamo a ripescare, e vi propongo questo brano che dovreste mettere nello stereo della macchina il prossimo weekend, mentre cercate posto vicino al pilone andando a mare.
Andrea Nardinocchi – La stessa emozione
Che personaggio interessante Nardinocchi: nei primi anni ’10 il nome era sulla bocca di tutti perché sembrava poter essere la vera next big thing della musica nostrana, poi Il momento perfetto non si è rivelato tale e Supereroe, il secondo disco, non lo ha aiutato. Rovinato dai meccanismi del mercato (perché entrambi i lavori erano fatti bene), è sparito dalle scene per un po’, tornando adesso con La stessa emozione, un album in cui si rivede tutto il suo talento, sperando che sia il momento giusto stavolta per star bene con sé stesso e poter finalmente trovare il riconoscimento meritato per la sua voce stupenda.
Dope Saint Jude – Grrrl like
Non accennano a diminuire le proteste oltre oceano e il risveglio della coscienza sociale è sempre ben accetto, perché l’analisi e il tentativo di migliorare comportamenti esecrabili è la base del progresso. Dopotutto, il razzismo alimentato dagli estremismi di destra anche nel nostro paese, è fin troppo radicato nelle nostre radici culturali, tanto che alcuni ritengono intoccabile una statua di quello che oggi non faticheremmo a definire “pedofilo” (i cui atti, però, vengono derubricati invece a “errori figli del suo tempo”). Dato che le battaglie non sono solo in America, ma le troviamo a modo nostro ogni giorno nelle nostre vite, andiamo ad ascoltarci Dope Saint Jude, una lottatrice vera, una che scrive benissimo e interpreta al meglio la sua rabbia.
COMA – Dream Sequence
Ho fatto un sogno, e vivevamo in un mondo capace di autogestirsi. Un mondo in cui non avevamo bisogno di rivolte, né del lavoro delle forze dell’ordine, perché era tutto pacifico. Un mondo senza differenze, in cui l’alterità era un dono e non un disagio. Nessuna differenza economica e sociale, nessuna fake news propagate e cavalcata per campagna elettorale, i politici usavano i social per i giusti scopi, la gente non aveva nulla per cui protestare in strada, eravamo tutti contenti. Ho fatto un sogno, ed è durato due minuti e venti, il tempo di Dream Sequence, pezzo bellissimo tratto da Voyage Voyage, disco dei COMA, gruppo che suonerà nel 2021 all’Ypsigrock perché il mondo perfetto non esiste e la nostra estate di festival è costretta a spostarsi di dodici mesi. Nel frattempo, non bevete il weekend.