Potrebbe essere per alcuni l’ultima settimana di lavoro prima delle ferie, e ci tocca adattarci: questa settimana proviamo a staccare un po’ dal mood pensoso e pensante degli ultimi tempi e vi diamo in pasto cinque brani da ballare in modo sfrenato, per prepararvi al relax che, speriamo, vivrete in riva al mare, sorseggiando qualcosa di fresco tra un bagno e l’altro. La nostra playlist marina (e, sì, particolarmente zalla).

Icona Pop – I Love It (feat. Charli XCX)

L’idea parte da qua, da quando sabato sera mi trovavo in un lido in cui c’era della musica, mentre da quello accanto ne arrivava altra, completamente differente. La canzone in cui ho realizzato che avrei dovuto scrivere questo pezzo (esatto, tipo illuminazione divina sulla via di Damasco) è giunta mentre Charli XCX urlava insieme alle Icona Pop in questo pezzo simbolo degli anni ’10—perché sfido chiunque a non gasarsi a bestia urlando I DON’T CAAAARE con quel drop incastrato così perfettamente.

 

Swedish House Mafia – Don’t you worry child (feat. John Martin)

Gli Swedish House Mafia (Angello, Ingrosso e Axwell) sono una delle migliori cose capitate alla musica elettronica negli ultimi dieci anni, e Don’t you worry child è uno dei loro brani migliori. Partiamo da questa base, su cui mi auspico concorderemo, per dire che non l’ascoltavo da un paio di anni e invece, nelle ultime due settimane, mi è capitato di risentirla tre volte, la prima grazie al buon Maverick che l’ha passata durante Step out, un dj set made in RadioStreet a Capo Peloro. L’energia sprigionata è enorme, il testo, per quanto semplice, è di impatto immediato. Consigliatissima per una settimana da passare con le mani al cielo.

 

Avicii – Hey brother

Testo relativamente semplice ma ricco di sentimento anche per il terzo brano in playlist, Hey brother dello sfortunato Avicii, produttore svedese suicidatosi lo scorso 20 aprile. Il brano, però, è una vera e propria dichiarazione di amore fraterno, o “familiare” se si analizza il video. Una dichiarazione di amore e un modo indiretto per mostrare l’orrore della guerra, partendo dal conflitto in Vietnam e usando uno stratagemma semplice e immediato, quello del ricordo di due ragazzini che giocano, un ricordo alterato in cui, come si vede proprio nel video, il più grande non è che il padre dell’altro.

 

Gigi D’Agostino – The Riddle

Facciamo qualche passetto indietro e andiamo a fine anni ’90, quando il maestro Gigi D’Agostino riprese in mano un brano di metà anni ’80, scritto da Nik Kershaw, chiamato The Riddle. Il brano è indiscutibilmente uno dei pilastri su cui si fonda il mito dell’italodance, come tutto L’amour tojours, il disco da cui è tratta e che resta bellissimo nonostante Sagi Rei. Canzone ovviamente consigliatissima a chi è schiavo della nostalgia di quegli anni, forse l’ultimo vero periodo in cui questo paese era l’avanguardia del mondo in un qualunque campo artistico.

 

Kronos – Magica Europa

La chiusura spetta a un caposaldo della dance degli anni zero, una zallata unica che mescola i dettami dell’italodance con un testo che racchiude un best of di un libro di latino for dummies. Il risultato è un pezzo pazzesco che ebbe un impatto incredibile nella scena dell’epoca, una scena che sembrava ancora fertilissima ma che invece stava per standardizzarsi sempre più verso i canoni europei del periodo. Del professore Gianluca Cellai, in arte Kronos, restano un paio di pezzi superbi (questa e Party’s Deorum) e la soddisfazione di avere fatto imparare il latino a tanti ragazzi che in cuor loro magari non aspettavano altro che l’estate per andare in vacanza e ascoltare in riva al mare qualche pezzo italo dance. Se così fosse, ragazzi, con un po’ di ritardo vi abbiamo soddisfatti noi.

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