MESSINA. La FUCI – Federazione Universitaria Cattolica Italiana, sezione di Messina – ha inaugurato ieri, 3 mercoledì dicembre, il proprio ciclo di seminari dedicato al tema dell’anno: la crisi dell’individualismo, questione cruciale per tutte le fucine e i fucini. L’incontro, organizzato dalla FUCI Messina, ha visto i saluti istituzionali del vescovo ausiliare Cesare Di Pietro e del presidente diocesano MEIC Antonio Ignazio Arena. Tra i relatori, il Prorettore Vicario dell’ateneo messinese Giuseppe Giordano, il Direttore del dipartimento di giurisprudenza, Alessio Lo Giudice, il farmacologo Domenico Trombetta e l’antropologo ed etnologo Mauro Geraci. Presenti anche nell’aula gremita di studentesse e studenti universitari dell’Accademia dei Peloritani, anche alcuni studenti del Liceo F. Maurolico.

Il seminario ha dato avvio a un percorso di approfondimento multidisciplinare volto a riscoprire la sensibilità dei giorni d’oggi e a elaborare la crisi di senso e di significato che attraversa l’esperienza sociale ed esistenziale contemporanea, trasformandola in terreno fertile per ricostruire un rinnovato senso di comunità, solidarietà e responsabilità condivisa.

La dichiarazione della presidente FUCI Messina, Linda Cianci: «La crisi dell’individualismo è un tema di stringente attualità, nonché tema dell’anno per noi fucine e fucini. Oggi l’essere umano si trova sospeso tra l’eredità della pre-modernità, le promesse della modernità e le contraddizioni della post-modernità: un equilibrio precario e fragile in cui ogni “io” vive un paradosso segnato da frammentazione sociale e iperconnessione digitale. Questa frattura, però, se ben intesa, ci parla e ci provoca: ci sprona a metterci in discussione e a riscoprire l’equilibrio tra la “forza dell’Io” e il “valore del Noi”, il valore autentico cioè dei legami, della responsabilità condivisa e dell’ascolto dell’altro. È un invito a tornare a chiederci cosa significhi davvero essere umani e dove stiamo andando come società e come individui, per orientare meglio la nostra direzione e l’ago della nostra bussola, individuale e sociale. Riflettere su questa tematica non è un mero esercizio teorico: è un’urgenza pratica. E aver la possibilità di coltivare questa consapevolezza negli ambienti universitari è un dono davvero prezioso, perché è lì che il nostro pensiero si struttura e si forma e si fa scelta e visione per il futuro della nostra comunità e di ciascuno di noi».

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