MESSINA. Secondo l’associazione “Invece del ponte”, l’attuale appalto per la grande opera deve essere annullato, e riassegnato dopo un’altra gara. E’ quanto Guido Signorino, economista dell’università di Messina e presidente dell’associazione, ha spiegato durante un’audizione presso le Commissioni Riunite Ambiente e Trasporti della Camera dei Deputati.

Signorino si è soffermato sull’articolo 1 del Decreto-Legge attualmente in discussione, evidenziando “gravi criticità normative e tecniche relative alle procedure del ponte sullo Stretto”, spiega una nota dell’associazione. “In particolare, Signorino ha ricordato che le norme europee e il Codice degli Appalti impongono che se il costo di un contratto cresce di oltre il 50%, l’appalto deve essere annullato e riassegnato tramite una nuova gara. Il Decreto-Legge 73 stabilisce che, per determinare l’incremento, si debba far riferimento al “costo dell’opera indicato nell’Allegato II della Nota di Aggiornamento al Documento di Economia e Finanza (NADEF) 2012”, pari a 8,5 miliardi di euro.

Secondo Signorino, tale riferimento è errato e contrario a norme non derogabili: «Il Codice degli Appalti – ha sottolineato – stabilisce chiaramente che il contratto può essere modificato solo se l’aumento di prezzo non eccede il 50% del valore del contratto iniziale. Il valore di riferimento è, tassativamente, quello del contratto iniziale». La NADEF, ha aggiunto, è un documento di programmazione finanziaria del Governo, del tutto estraneo alla disciplina contrattuale e non menzionato in sede di gara; la sua adozione come parametro violerebbe i principi di trasparenza e concorrenza. Secondo i dati presentati, il valore iniziale del contratto (2006) era di circa 3,9 miliardi di euro; aggiornato nel Piano Economico-Finanziario del 2009, ha raggiunto nel 2011 un valore di circa 4,5 miliardi. Rivalutando tale importo secondo i criteri contrattuali, si arriva a un massimo di 5,5 miliardi. Il contratto può crescere entro il limite del 50% fino a circa 8,3 miliardi. Oltre tale soglia, sarebbe obbligatoria una nuova gara.

«Va inoltre evidenziato – ha proseguito Signorino – che il progetto risulta privo degli elaborati estimativi obbligatori, assenti sia nella documentazione del 2011 che in quella del 2024. Questo elemento, di per sé, impedisce al CIPESS l’approvazione del progetto definitivo, in quanto carente di documentazione essenziale».

In conclusione, sono stati ribaditi quattro punti principali: 1. Il DL non può indicare la NADEF come valore di riferimento per il calcolo dell’incremento contrattuale, in quanto contrario alla normativa europea e al Codice dei Contratti; 2. Il solo valore legittimo da cui partire è quello del “contratto iniziale”; 3. Sulla base di questo parametro, l’incremento previsto supera ampiamente il 50% consentito, rendendo inapplicabile la procedura delineata dal DL 35 (che prevede la reviviscenza del contratto 2006 e l’affidamento in continuità dell’opera); 4. Il progetto definitivo, privo di elaborati estimativi obbligatori, non risulta approvabile da parte del CIPESS. L’associazione Invece del ponte ha quindi invitato la Commissione a rivedere l’articolo 1 del DecretoLegge, al fine di renderlo conforme alla normativa vigente e ai principi europei in materia di appalti pubblici”, conclude la nota.

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Alessandro Orlando
Alessandro Orlando
5 Giugno 2025 8:02

C’è solo il piccolo problema che il governo se ne frega delle norme e delle procedure.
Hanno un solo criterio: “facciamo come ci pare”