MESSINA. Quando si parla di pace una presenza costante è quella di Emergency, l’organizzazione non governativa a difesa dei diritti umani di cui Rossella Miccio è la presidente dal 2017. Anche a Messina, Miccio è stata presente per l’incontro “L’obbligo della pace in un mondo che cambia”, tenutosi ieri pomeriggio nel salone delle bandiere di Palazzo Zanca. A margine dell’evento, Miccio non si è sottratta alle domande, spaziando tra guerre, razzismo, immigrazione e responsabilità politiche.
- Da Ottobre la situazione a Gaza è diventata sempre più drammatica, ma prima ci sono 75 anni di occupazione e violenza. Come si può risolvere una situazione che va avanti da così tanto tempo?
Ripristinare i diritti è l’unico modo per risolvere la questione. La cosa veramente preoccupante di questi ultimi tre mesi è che non si parla più di diritti e si considera legittimo qualsiasi livello di uso della violenza, anche contro i civili, negli ospedali, nelle scuole, nei campi profughi… Il tutto nell’immobilità della politica internazionale. Quindi mentre le popolazioni in tutto il mondo scendono in piazza per chiedere urgentemente il cessate il fuoco, la politica non riesce a riappropriarsi del proprio ruolo che è quello di garantire la pace e la sicurezza nel mondo.
- In effetti le proteste sono state tante in tutto il mondo. Oggi c’è stato anche un flashmob al consolato statunitense a Milano, perché quando c’è stata la risoluzione dell’Onu gli USA hanno votato no. Ma anche l’Italia è stata tra i 45 paesi che si sono astenuti.
Vergognosamente. È un’enorme vergogna perché quello che sta succedendo a Gaza adesso è gravissimo. Uno Stato che è considerato il baluardo della democrazia in medio oriente, si sta invece macchiando di crimini gravissimi. Credo che questo sia un campanello d’allarme, non solo per i palestinesi che in questo momento subiscono le conseguenze, ma per tutto il mondo e soprattutto per l’Occidente, perché si è sempre considerato il promotore dei diritti di tutti. È estremamente preoccupante, faccio fatica a capire come ci si possa astenere o addirittura votare contro ad un cessate il fuoco per motivi umanitari. È quello che sta succedendo ma non dobbiamo mollare.
- Come Emergency avete partecipato all’appello per il cessate il fuoco anche con una raccolta firme.
Abbiamo promosso un appello con altre realtà che sono Assopace Palestina e la lega ebraica antirazzista, oltre che Mediterranea. Questi valori uniscono tutti, italiani, palestinesi e ebrei. Questo appello ha raccolto oggi più di 120.000 firme. Lo abbiamo presentato anche al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio e al Ministro degli Esteri, chiedendo un incontro. Ad oggi non ha ancora risposto nessuno. Noi crediamo che debbano essere responsabili di ascoltare quelle che sono le richieste delle 120000 persone.
In più noi come Emergency stiamo cercando di andare a Gaza. Ci sono modalità molto complesse e tempi molto lunghi, per cui ancora non siamo riusciti ad essere operativi. Speriamo di riuscire a portare aiuto quanto prima.
- Se da un lato tutto questo ha provocato una reazione positiva con le proteste e le petizioni, dall’altro ha determinato anche un aumento sia dell’antisemitismo che dell’islamofobia in tutto il mondo. Come combattiamo anche questo fenomeno?
Questo purtroppo è un trend che sta andando avanti da tanto. Anche sui social si diffonde un approccio che è “o con me o contro di me” ed estremizza fino ad arrivare ad atteggiamenti razzisti. Lo abbiamo visto anche con la guerra in Ucraina, quando sembrava che se parlavi di pace voleva dire che stavi con Putin, se sostenevi gli ucraini eri contro il popolo russo. Tutto questo è un problema grosso che deriva anche dal disinvestimento nella cultura e nell’educazione che dovrebbero essere gli strumenti per creare una consapevolezza di cittadinanza vera, approfondita, critica.
- In Italia abbiamo visto da poco anche le terribili immagini della parata fascista con il saluto romano. Com’è possibile, secondo lei, che in un paese che ha vissuto il fascismo succeda questo? Abbiamo dimenticato cosa significa?
Abbiamo dimenticato. Io credo che da questo punto di vista il ruolo di associazioni come l’Anpi sia fondamentale, ma anche banalmente la rilettura della nostra costituzione che è antifascista e andrebbe valorizzata. Purtroppo anche in questo caso credo ci siano responsabilità politiche. Negli anni hanno sottovalutato e preso alla leggera sintomi di rinascite di sentimenti fascistoidi, fino allo sdoganamento del saluto fascista. Quest’anno è stato molto più significativo ed evidente, ma il raduno va avanti dal 1994 e nessuno ha detto a questi signori “ora basta.”
- Qual è invece la situazione migranti in questo periodo?
È un altro disastro. Invece di affrontare il tema vero della mobilità delle persone, di chi scappa dalle guerre – perché, ricordiamolo, non ci sono soltanto Gaza e l’Ucraina, ci sono tante altre situazioni di crisi, noi lavoriamo in Sudan da tanti anni e dal 15 aprile è scoppiata una nuova guerra che ha fatto già 7 milioni di sfollati e di cui non parla nessuno – ma anche di persone normali che hanno sogni e voglia di avere una vita migliore. Invece di affrontare il tema per quello che è e quindi creare vie legali per chiedere asilo, si strumentalizza e si negano diritti arrivando ad essere complici di migliaia di morti nel mare di casa. Noi cerchiamo di fare il possibile con la nostra nave di ricerca e soccorso, anche quest’anno. Abbiamo salvato 1219 persone. Avremmo voluto fare di più ma le leggi inique del nostro governo ce lo hanno impedito. È una goccia nel mare ma fa la differenza almeno per 1219 persone.