MESSINA. La Sicilia, da un anno, fa sempre costantemente registrare temperature medie mensili sopra la norma climatica del periodo 2003-2022, da quando cioè sono iniziate le registrazioni analitiche nell’isola da parte del Sias, il servizio agrometeorologico della Regione Siciliana: i cui ricercatori commentano che “ogni scarto delle temperature mensili rispetto al passato appare ormai come la nuova norma e non più come un’anomalia temporanea“.
Cosa vuol dire? Che da un anno, agosto del 2023 (ultimo mese risultato più “fresco”), la media aritmetica di temperature massime e minime è costantemente superiore ai valori registrati in vent’anni: dagli 0,8 gradi medi in più di dicembre 2023, ai 2,6 di ottobre 2023.
Agosto appena trascorso è stata una mezza anomalia, ma solo in apparenza. Nonostante la temperatura media regionale mensile in base ai dati Sias è stata stimata in 26,5 °C, superiore di 1,4 °C rispetto alla norma del periodo 2003-2022, non si è trattato dell’agosto più caldo delle serie storiche, che rimane quello registrato nel 2021, superiore di 0,6 °C a quello del 2024. Il problema sono state le notti: o, meglio, lo scarto tra temperature diurne e notturne, contenutissimo.
I valori delle minime risultano infatti del tutto estremi, facendo registrare valori mai riscontrati in passato, non solo sulle serie Sias, ma a prima vista anche sulle lunghe serie storiche. Palermo, per esempio, con 24,3 °C, ha registrato il valore più elevato di media mensile delle minime della propria serie. Vuol dire uno scarto di poco più di due gradi tra il giorno e la notte.
E infatti, l’indice TR20, che rappresenta il numero di “notti tropicali”, vale a dire il numero di giorni da inizio anno con temperature minime superiori a 20 °C, ha superato invece il record del 2003 totalizzando un valore medio regionale pari a 49. L’anomalia è stata marcata soprattutto sui settori ionico e meridionale, come ad esempio a Catania, dove le notti tropicali al 31/8 presso la stazione SIAS sono state finora 71, ben 7 in più del record precedente del 2003, spiegano i ricercatori del Sias.
Con buona pace delle locuste che cominciano a colonizzare campagne, spiagge e torrenti nonché città… Occhio alla prossima iattura!