MESSINA. Si svolgerà oggi pomeriggio, in consiglio comunale, la votazione in merito alla decadenza di Maurizio Croce, ex candidato a sindaco che siede in consiglio comunale in virtù del fatto di essere il candidato “perdente” nella tornata di amministrative di giugno 2023 che hanno decretato la vittoria di Federico Basile. A Croce dovrebbe subentrare Alessandro Russo.

A sollevare il caso era stato a novembre 2023 il presidente del consiglio comunale Nello Pergolizzi, che aveva inviato alla dirigente degli affari di consiglio Laura Strano due richieste, per appurare sia l’ipotesi di decadenza di Croce (per essere stato assente a sei sedute consecutive d’aula, “senza fornire alcuna giustificazione”), sia l’ipotesi di ineleggibilità (in quanto soggetto attuatore per l’emergenza idrogeologica della Regione Siciliana).

“A partire da lunedì 8 – commenta l’ex consigliere comunale del Pd Alessandro Russo – il Consiglio Comunale discuterà la delibera di contestazione di decadenza del consigliere Maurizio Croce. Negli scorsi mesi si è fatto un gran parlare, sulla stampa e sui social, di ipotesi varie: dimissioni, incompatibilità, assenteismo e chi più ne ha, più ne metta.

Ho avuto modo in queste ore di leggere la delibera che andrà in discussione tra un giorno e sarei ipocrita se non ammettessi un evidente interesse alla sua approvazione.
Il perché è presto detto: dal momento della presentazione di questa delibera si riconosce in me un diritto fondamentale di natura costituzionale a subentrare in caso di decadenza di Croce. Non è dubbio, infatti, che dalla decadenza di Croce — a seguito delle chiarissime motivazioni della sentenza del TAR di Catania sul ricorso da me proposto nello scorso ottobre 2022 — deriva il mio diritto soggettivo a subentrare in sua surroga.
Il Consiglio Comunale è chiamato a votare in piena libertà e autonomia, attento a dover essere scevro da condizionamenti politici e di partito: non è una delibera politica, come potrebbe essere una qualunque scelta amministrativa di tutti i giorni. È una delibera che attiene alla legittimità stessa della composizione dell’organo consiliare stesso, un atto di garanzia del processo democratico e come tale dovrebbe essere valutata alla luce delle sole ragioni normative che la motivano, così come proposte nel testo e come vagliate dal parere di legittimità del segretario generale del Comune, massimo organo di garanzia dell’aula e del Comune stesso. (…) Non è questa la sede delle valutazioni politiche (…), ma per richiamare al senso di responsabilità il Consiglio comunale e i suoi componenti in questa votazione delicata: non lo spirito di coalizione, non lo spirito di parte, non lo spirito di partito, non l’amicizia o la vicinanza devono essere valutate in questo voto. Ma la legittimità della composizione dell’organo. Una votazione che esula da ogni ragionamento politico: la delibera è chiara e a mio parere completamente in linea con le norme vigenti, indica un’evidentissima causa di ineleggibilità sopravvenuta in capo a Maurizio Croce. Il Consiglio è chiamato a discutere e decidere solo su questo, non sulle vicinanze o sulle appartenenze. È chiamato a dire se, come scritto nella delibera, Croce, soggetto attuatore per il dissesto idrogeologico, nomina di vertice dell’amministrazione dello Stato, sia o meno ineleggibile”.

“(…) Il Consiglio – prosegue – deve votare in assoluta coscienza e obiettivamente valutando. È del tutto evidente che non scaglio minacce o anatemi: sono sereno sull’esito del voto e qualunque esso sia lo rispetterò. Sarebbe pericoloso e irrituale esercitare simili pressioni, che rientrerebbero direttamente nei confini della giustizia penale… Questa serenità, tuttavia, non mi esime dal ricordare che, partendo dall’esito della votazione, difenderò fino allo stremo e senza alcun tentennamento e in tutte le sedi il mio diritto costituzionale all’elettorato passivo, e quindi alla surroga in Consiglio comunale per come è stato fatto insorgere dalla presentazione della delibera di contestazione a Croce. Un percorso di difesa del mio diritto che forse non sarebbe breve o facile ma che, certo della correttezza formale e normativa della delibera presentata, percorrerei in tutte le sedi e con tutte le misure previste dall’ordinamento a tutela dei miei diritti”.

 

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