MESSINA. “Ogni trasformazione significativa del territorio deve passare dal coinvolgimento delle comunità locali. La vicenda di Villa Pugliatti è emblematica della necessità di adottare un metodo diverso di pianificazione per il futuro di Messina Sud” È questa la posizione del Comitato Ex Sanderson – che da due anni si batte per la bonifica e la rigenerazione dell’ex industria agrumaria e per una visione di sviluppo sostenibile della zona sud della città – dopo la decisione del Tribunale Amministrativo Regionale per la Sicilia, che ha respinto il ricorso del Comune di Messina contro il vincolo posto dall’Assessorato Regionale dei Beni Culturali sul fondo agricolo di Villa Pugliatti a Pistunina.

“La sentenza – aggiunge il Comitato – riconosce in modo inequivocabile il valore delle testimonianze materiali e immateriali del passato agricolo e agroindustriale della zona sud di Messina, rara sopravvivenza nella fascia costiera prima del boom edilizio e commerciale, e conferma la validità della tutela di interesse storico ed etnoantropologico. Con questa decisione viene di fatto bloccato il progetto comunale per la realizzazione della piastra logistica ‘Stretto Link’.
Per difendere questo patrimonio ci siamo mobilitati sin dall’inizio dell’anno, al fianco della famiglia Pugliatti, con attività di sensibilizzazione e ricerca accademica. Lo scorso 7 giugno, in collaborazione con il Dipartimento di Architettura dell’Università di Reggio Calabria, abbiamo portato il tema all’attenzione pubblica con l’incontro ‘L’ultimo agrumeto – Paesaggi produttivi, memorie e nuove narrazioni’. Da queste attività è emersa chiaramente la necessità di soluzioni che coniughino tutela del territorio e sviluppo sostenibile”.

“Eventuali modifiche alla progettazione della piastra logistica – conclude il Comitato – dovranno essere precedute da un confronto con associazioni e residenti, così da individuare soluzioni condivise e ridurre gli impatti sulla vita quotidiana, come già avvenuto al Villaggio Unrra con il via vai dei tir diretti ai cantieri del raddoppio ferroviario, o con gli espropri in atto a Contesse per il cantiere del Ponte sullo Stretto. Condivisione con i residenti: è lo stesso metodo che dovrà ispirare il futuro dell’area ex Sanderson”.

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