MESSINA. Il baffetto di Piazza Lepanto lo conosciamo tutti. È quello dell’ormai famoso risto-pub Comparello Bello che ha nel corso degli anni consolidato la sua presenza a Messina, curando la sua clientela ed espandendosi, adesso, alla conquista della Sicilia. Un caso di imprenditoria messinese che funziona e che riesce a pensare in grande, trasformandosi in franchising con tantissimi progetti in cantiere per esportare la messinesità oltre lo Stretto.

«L’idea nasce cinque anni fa, quando io e i miei due soci pensavamo a una birreria qui a Messina – racconta Claudio, 31enne che, insieme a Giuseppe di 30 anni e Antonio di 35, ha fondato il noto locale messinese – Poi abbiamo deciso di diversificare la nostra offerta presentandoci al pubblico come un locale che accontenta tutti». Cura dei dettagli, priorità al marchio e rinnovamento continuo del design sono stati i punti di forza di una azienda che si sta adesso affermando a Palermo dove di recente i giovani hanno aperto un altro locale in via Ugo La Malfa.

«Abbiamo deciso di metterci in gioco portando anche nel capoluogo il menù messinese – spiega Claudio – Come a Messina anche a Palermo stiamo aperti diciotto ore per avere una clientela che si affezioni e sappia che può trovarci per ogni momento della giornata: dalla colazione al post-dinner». Erano poco più che ventenni quando hanno deciso di sfidare le banche e le agenzie di prestito per “buttarsi” nel mondo dell’imprenditoria del food e beverage, rimanendo nella loro città. Nel corso del tempo i tre messinesi sono comunque riusciti a consolidare una attività che vanta oggi trenta dipendenti e che, oltre ad avere due centri a Messina (oltre a quello di Piazza Lepanto, c’è da tre anni il “Comparello bello” versione estiva, a Paradiso), sta già partecipando a diverse fiere internazionali per far conoscere il marchio tutto messinese.

«I primi tempi non sono stati facili – continua Claudio – Anche perché le banche non aiutano nessuno. La tenacia e l’aver creduto fino in fondo nel nostro progetto ci hanno permesso di ampliarci momentaneamente a Palermo, ma stiamo già pensando anche a una sede a Catania e ad una a Milano. Anche fuori dall’Italia, in Europa e, perché no, anche in altri continenti, vorremmo esportare la nostra granita e la cucina messinese mantenendo il format dello stare a disposizione dei clienti per tutta la giornata». Segno distintivo sarà sempre quel baffo, unica caratteristica a rimanere invariata nel corso del tempo. «È uno dei simboli della Sicilia che – conclude Claudio – oltre al nome che abbiamo scelto per il nostro franchising racconta tutto un modo di fare tipico che si trova solo qui al sud».

Il “Comparello Bello” a Palermo

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