MESSINA. Raccontare una delle aree più complesse di Messina attraverso la potenza delle immagini. È l’obiettivo del concorso fotografico “Giostra InVisibile”, che si propone di immortalare le mille sfaccettature e le mille contraddizioni di un quartiere troppo spesso “schiacciato dalla cronaca”. Il contest è strutturato in due sezioni, “Sequenze” e “Cassetti”. La prima prevede un minimo di tre e un massimo di sette foto su un tema libero all’interno del perimetro del quartiere. La connessione tra le foto non deve essere costituita necessariamente da un criterio tematico ma può essere di carattere poetico, estetico, formale, o altro. La seconda è incentrata “sulla violenta trasformazione del quartiere, o la sua complessità, che può essere recuperata o rappresentata attraverso quegli straordinari documenti involontari costituiti dalle foto di famiglia, pezzi di vita, ricordi col quartiere come sfondo, o contenitore”.

Il termine per partecipare al concorso, gratuito, è fissato per il 20 marzo. Per prendervi parte bisognerà compilare un form e inviare le foto in formato digitale all’indirizzo giostrainvisibilie@gmail.com. Le fotografie devono avere una risoluzione minima di 10 megapixel ed avere il formato standard rettangolare (3:2 o 4:3). Due i premi in palio: 400 euro per la sezione “Sequenze” e 200 per “Cassetti”. Le fotografie dei primi cinque classificati di entrambe le sezioni confluiranno in un volume, mentre tutte le foto andranno a costruire un “museo visivo del quartiere” e verrano esposte nella nuova biblioteca di quartiere presso il Centro di Solidarietà F.A.R.O di via San Jachiddu.

La giuria è costituita da Pier Paolo Zampieri (Sociologo urbano, Università di Messina), Francesco Parisi (Professore di Cinema, fotografia, televisione e nuovi media, Università di Messina) e Arturo Russo (fotografo).
«Giostra – scrive Zampieri – rappresenta tante cose, il limite della vecchia città, l’espansione urbana della nuova, il paradigma di una ricostruzione post-terremoto sorda alla giustizia sociale, un panorama Antonelliano, un laboratorio sociale e urbano, un ippodromo clandestino, un panorama mozzafiato, un ex manicomio, un’emergenza infinita, una storia di resilienze, un vialone che sembra la colonna vertebrale di Frida Kahlo, ma soprattutto Giostra è vita, tanta vita che trova, ad esempio, nei mercati e nei cortili i suoi luoghi elettivi. Se per la sociologia urbana il tema del quartiere è decisivo per comprendere ed elaborare le contraddizioni della contemporaneità, nell’immaginario cittadino tutta la storia e la complessità di Giostra risulta schiacciata sulla cronaca. Sottoporre il Quartiere di Giostra allo sguardo orientato, non superficiale e potenzialmente rivelatore del mezzo fotografico è una sfida per mostrare quel grande mosaico in movimento. Con un po’ di enfasi riteniamo il primo quartiere di espansione urbana della città la chiave segreta del suo futuro».
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