MESSINA.  Sensibilizzare la comunità e renderla consapevole riguardo le conseguenze del fast fashion sull’ambiente. Questo l’obiettivo di Gimago, il concept store nato in città dall’idea dei giovani messinesi Fabio e Alberto Puglisi. I fratelli rispettivamente 15 e 19 anni, da aprile 2021 lavorano al progetto che ha ufficialmente preso vita lo scorso 5 giugno e che ha visto in poco meno di 10 giorni ridotte di quasi 500 kg le emissioni di CO2.

Gimago vuole far comprendere, soprattutto ai più giovani, che aiutare l’ambiente è possibile anche solo apportando piccoli accorgimenti al proprio stile di vita.

“L’idea- racconta Fabio- é nata da una fonte comune. Anni fa nostra madre ha creato il progetto ‘Gli Invisibili’ e noi siamo cresciuti con la mentalità dell’aiutare il prossimo e non abusare del materiale usando la tecnica del riciclo. Nel 2017 è nato Benefit, lo store solidale che ospita Gimago e ci siamo domandati come fare a sostenerlo. Così abbiamo cominciato a pensare a delle soluzioni, tra le quali quella di rimettere in vendita i vestiti usati.”

Fabio e Alberto infatti sono cresciuti con la mentalità del riciclo e dell’aiuto nei confronti delle famiglie in difficoltà. La madre nel 2017, nel grembo di Invisibili Onlus, ha aperto “Benefit”: un negozio di abbigliamento totalmente gratuito a disposizione di famiglie economicamente fragili, i cui capi es​posti sono il  frutto di donazioni di singoli cittadini innamorati dall’idea di poter aiutare gli altri, nel loro “piccolo”. Oggi benefit conta in magazzino oltre 5mila capi a disposizione per le famiglie che ne hanno bisogno, infatti in questo momento lo store non può ricevere donazioni.

Il pubblico di Gimago, poi, punta ad essere principalmente giovanissimo “il merito alla fine- ha commentato Fabio- è anche della scuola. Negli ultimi anni si è parlato sempre più spesso di rispetto dell’ambiente e anche questo ha aiutato a far nascere tutto”. A meno di un mese dalla sua partenza ufficiale, Gimago conta una decina di ragazzi tra i 15 e i 19 anni che supportano il progetto e i due fratelli che vogliono portare avanti la loro convinzione: nessuna differenza passa fra un capo nuovo ed uno usato,  l’unica cosa che importa è trovarsi bene con sé stessi e vedersi rappresentati in ciò che si indossa “spesso -si legge sul sito di Gimago- è  più ‘conveniente’ acquistare un capo nuovo che uno di seconda mano.”

“Gimago punta a riciclare vestiti che sono in ottima condizione -ha raccontato Alberto- e poi quando inizi un progetto di questo genere cominci in automatico ad adottare uno stile di vita eco-sostenibile.”

“Personalmente, ha raccontato Fabio, il più piccolo dei due ideatori- ho subìto un grande cambiamento fisico: ho perso 31 chili nel giro di sei mesi e i vestiti che non mi stavano più erano rimasti nell’armadio ad ammuffire, così mi sono domandato come smaltirli. Il primo pensiero è stato quello di buttarli, poi mi sono fermato a pensare. Non sono l’unico ad aver subìto un cambiamento, se tutti buttassero i vestiti ad ogni modifica del corpo, produrremmo migliaia di chili di vestiti. Gli abiti che vengono buttati vengono poi inceneriti e visto che nell’epoca in cui viviamo molti indumenti vengono  prodotti con materiali sintetici, bruciandoli ci sarebbe un enorme rilascio di CO2. Anche da qui è nato tutto”

Infatti ogni capo di abbigliamento mediamente viene usato dieci volte, indossandolo doppio delle volte si avrebbe già il  44%  di gas serra in meno rispetto a quello che verrebbe prodotto producendo un capo nuovo.
“Nostra madre- ha commentato Alberto- una sera ci ha raccontato di quante donazioni aveva ricevuto Benefit, mi sono chiesto come fosse possibile. Ho fatto due più due e ho capito che la gente dona vestiti solo per comprarne altri e basta ragionarci un attimo per capire quanto questo fosse inquietante. Si tratta di un doppio inquinamento, da un lato per la produzione e dall’altro per lo smaltimento.

L’obiettivo dei due fratelli è comunque sulla buona strada, considerando che a dieci giorni dall’inizio della sua attività, Gimago ha prodotto: 480 kg in meno di CO2, ha consumato 798.000 litri di acqua in meno, 40 kg di fertilizzanti e 26,6 kg di pesticidi usati in meno.

Per visitare lo store online di Gimago qui

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