MESSINA. Si doveva presentare stamattina per testimoniare al processo che vede imputati 17 consiglieri comunale, è così sarà, ma solo dopo un passaggio che ha ritardato la sua presenza. Il city manager segretario Antonio Le Donne, infatti, aveva inviato una pec in cui chiedeva di rinviare la sua testimonianza dal momento che venerdì ha ricevuto un avviso di garanzia per abuso di ufficio. Un ruolo del tutto cambiato per Le Donne, che ha chiesto alla presidente Silvana Grasso di poter avere il tempo di conferire col suo difensore. Il presidente Grasso ha però chiesto che il segretario generale del Comune di Messina si presentasse lo stesso.
È arrivato all’aula bunker di Gazzi, dove oggi si celebra l’udienza per Gettonopoli con qualche ora di ritardo, dunque, e con tutta probabilità il city manager adesso si avvarrà della facoltà di non rispondere come già hanno fatto i due segretari di commissione, anche loro indagati da venerdì, Carmelo Ciraolo ed Eduardo Guttadauro.
Ha da poco terminato la sua testimonianza invece il consigliere Pippo Trischitta, che ha chiarito che esisteva un criterio preciso per gli orari di commissione. Un’attesa di 15 minuti per la prima convocazione e di 30 per la seconda, prima che la commissione venisse sospesa in mancanza del numero legale. Niente di strano dunque per Trischitta se i tempi di permanenza per i consiglieri risultavano questi. Il gettone di presenza è previsto anche nel caso di sospensione della seduta. Riguardo a Le Donne, invece Trischitta ha dichiarato di non aver mai discusso col segretario della durata delle sedute di Commissione. Il consigliere di Forza Italia ha inoltre dichiarato, su domanda del pubblico ministero Francesco Massara, che era a conoscenza che alcuni consiglieri “firmavano e andavano via” ma di non aver mai parlato di questa dinamica con nessuno.
Il processo in corso riguarda un altro filone dell’inchiesta nato dalle testimonianze durante il dibattimento. Il capo della macchina amministrativa Antonio Le Donne, voluto da Renato Accorinti, con due incarichi di segretario generale e city manager, sembra fosse a conoscenza dei mordi e fuggi dei consiglieri nelle commissioni che di fatto non venivano ma che fruttavano loro il gettone di presenza. Una circostanza tutta da verificare e sulla quale vuol vedere chiaro il pubblico ministero Francesco Massara.
I consiglieri imputati sono: Carlo Abbate gruppo misto (ex Pdr), Piero Adamo (Siamo Messina), Pio Amadeo (Sicilia democratica), Angelo Burrascano (Megafono), Antonino Carreri (Pdr), Giovanna Crifò (Forza Italia), Nicola Crisafi (Ncd), Nicola Cucinotta (Forza Italia), Carmela David (Grande sud), Paolo David (dimissionario, prima Pd poi Forza Italia), Libero Gioveni (Udc), Santi Sorrenti (Pdr), Fabrizio Sottile (Siamo Messina), Nora Scuderi (Felice per Messina), Benedetto Vaccarino (Grande sud), Santi Daniele Zuccarello (gruppo misto) e Andrea Consolo (Udc).