MESSINA. “Prima di andare addosso al direttore generale Paolo La Paglia forse bisognerebbe chiedersi con quali strumenti ha operato in questi anni e con quali risorse ha mandato avanti un’azienda sanitaria che, come l’intero sistema nazionale, è sofferente ormai da tanto tempo”. Così interviene il segretario provinciale dell’Ugl di Messina, oltre che segretario della federazione Sanità messinese, Tonino Sciotto, dopo gli ingenerosi attacchi di questi giorni rivolti al direttore generale dell’Asp di Messina.

La sanità nazionale fa acqua da tutte le parti e si continuano a mettere pezze nella speranza che reggano e che, invece, cedono puntualmente. Nelle stesse condizioni sono le altre aziende sanitarie e ospedaliere regionali eppure è giusto prendersela con il direttore generale di un Asp provinciale, in questo caso quella di Messina, che non ha gli strumenti, le risorse e i finanziamenti per dare manforte alla cittadinanza? La verità è che in tutta Italia si stanno pagando le scelte politiche sbagliate degli ultimi vent’anni”, continua.

“Per quanto riguarda la situazione all’ospedale di Barcellona Pozzo di Gotto, è necessario ricordare che il Cutroni Zodda durante la prima ondata, che ha colto tutti di sorpresa, era stato individuato come hub di primo livello, ma che poi i medici all’interno hanno chiesto che tornasse a fare l’ospedale. In estate, con la diminuzione dei contagi, era stato previsto come unico covid hospital a Messina il Policlinico, che avrebbe avuto il supporto del Papardo, qualora ce ne fosse bisogno, e (ma solo in caso di estrema urgenza) del Cutroni Zodda”, spiega il segretario Sciotto.

“L’ospedale di Barcellona, quindi, è addetto alla cura dei malati di covid, ma non di quelli che necessitano della terapia intensiva. A meno che non ci fosse una situazione di necessità, in questo caso sarebbero pronti per essere attivati i posti necessari. Questo non vuol dire che le cure manchino a qualcuno, perché la rete dei posti letto per i malati al Coronavirus va letta in chiave provinciale, non comunale. E a nessun cittadino è mancato il supporto sanitario di cui ha avuto bisogno. Quello di Barcellona, infatti, è stato il primo covid hospital a chiudere in estate e l’ultimo a riaprire in questa seconda ondata”, prosegue Sciotto.

“Al di là che una persona possa stare simpatica o meno, qualsiasi valutazione tecnica dovrebbe trascendere da quella personale. Fatta questa doverosa premessa, ritengo che con le risorse che possedeva il direttore generale Paolo La Paglia abbia fatto i salti mortali per garantire ai cittadini i livelli minimi di assistenza sanitaria“, aggiunge il segretario provinciale della federazione Medici, Giuseppe Mobilia.

“Chiedere la testa del direttore generale sapendo che vive un momento di fragilità, come tutto il sistema sanitario, messo a dura prova da questa emergenza pandemica, è troppo facile, invece sarebbe molto più onesto sottolineare l’incremento del numero di dirigenti medici all’ospedale di Lipari, mantenendo gli impegni precedentemente assunti per alzare il livello della sanità nelle Eolie”, sottolinea ancora Mobilia.

“Viviamo un momento di emergenza nazionale ed è necessaria una collaborazione unitaria per aiutare il sistema sanitario, affinché si possa affrontare questa emergenza devastante da tutti i punti di vista. La soluzione non è sicuramente chiedere teste, ma proporre soluzioni e migliorie in quello che attualmente è il sistema che deve proteggere e dare manforte ai cittadini. Ci sarà tempo per analizzare l’operato di tutti, ma non è adesso – conclude Sciotto – Sono certo che nessuno si trarrà indietro dalle proprie responsabilità”.

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