MESSINA. Dalle radici marinare alla cucina giapponese passando per le tradizioni di famiglia e piatti gourmet. Sono sei i ristoranti messinesi che negli anni sono stati inseriti nella Guida del Gambero Rosso. Per ognuno sono stati valutati dalla casa editrice specializzata in enogastronomia in base all’esperienza, la location, ma anche (ovviamente) i piatti e il menu proposto. Per ogni ristorante inserito nella guida vengono inseriti tutti i riferimenti per il cliente, il numero di posti a sedere, la fascia di prezzo e una piccola descrizione del ristorante.

Si inizia (in ordine alfabetico) col Bellavista, che secondo la critica: “Smentisce da quando esiste un minaccioso luogo comune: il Bellavista (che onora in pieno il suo nome) si trova giusto tra Scilla e Cariddi, e da sempre ci si trova benissimo. Offre con il supporto di un team familiare (papà in cucina, figlio a dirigere con efficacia in sala) una cucina di radici marine e locali, ma rivista e attualizzata nel peso e nelle ben curate presentazioni. La casa offre anche un efficace servizio di catering e gestisce conviviali ed eventi. Buona cantina, con opzione bolle in primo piano.”

Continuando a leggere c’è Casa e Putia: “Una bella sala luminosa e arredata con gusto è il biglietto da visita di Adriana e Nino Mostaccio, gourmet appassionati che ormai da più dieci anni gestiscono questo bel locale dalla cucina saldamente ancorata al territorio ma con ottimi spunti creativi. Il menu non fa distinzione tra antipasti e secondi, lo si può comporre a piacimento, d’estate ad esempio c’è una proposta sempre diversa di crudi di pesce e di fritture. Poi, marinato di pesce azzurro, a secco però sotto sale e zucchero, con extravergine dell’Etna e aglio di Nubia, molto gustoso come la pasta all’uovo tirata in casa al ragù di pesce e gli originali involtini di stoccafisso su trito di capperi di Salina, olive, sedano e Pachino. Carta dei vini di discreto livello basata soprattutto su etichette siciliane scelte con cura tra le aziende bio, ma non manca qualche valida opzione dal resto d’Italia” si legge nella guida.

Alla fine della Cortina del Porto, prima della passeggiata a mare invece c’è La Marina del Nettuno: “Messina, inconsapevolmente attraente, vive sospesa fra storie e culture, fra fortezze e “Fate Morgane”, nello scenario naturale del suo Stretto. Lo si capisce bene sia dalle ampie vetrate dell’area lounge che dai tavoli di questo locale. Fine e sobria l’ambienta- zione, che non ruba la scena al mare e al sontuoso dispiego di yacht milionari. Piacevole il dehors sul molo. Pasquale Caliri, chef e giornalista, sciorina in carta verve e creatività, con risultati quasi sempre buoni: crudo di mare con frutta senapata, capperi canditi e passion fruit; spaghetti alla carruba con ricotta al limone e ricci; ricciola al bbq con fagiolini in salsa d’acciuga. Chiude il sorbetto al cetriolo e menta in schiuma di cocco. Servizio efficiente. Carta vini siciliana con inserti internazionali. Anche tre degustazione: Blue Light, 4 portate a 60 euro; Blue Moon, 8 a 80; Personal Blue (10 portate “al buio” scelte dallo chef) a 95 euro” scrive la critica sul ristorante. 

Poco prima invece lo storico I Ruggeri:Sono papà e figlio i due Ruggeri dell’insegna -si legge- Più la compagna di quest’ultimo a far tris e a completare – alla guida dei fornelli – il team che tiene la barra di questo locale misurato e fine, imperniato su una cucina composita, non esclusivamente di mare e di buona ispirazione personale e impreziosito da una “mise en place” contem- poranea e attraente. Ecco allora sfilare, tra il molto possibile, polpettine di tonno in agrodolce e “beccafico” di gamberone al pistacchio; una sfiziosa “cacio, pepe e fichi” ed eterne linguine ai ricci; la rivisitazione del totem dello stocco, ma anche lo stinco di maialino di Cinta. Finale dolce amabile. Cantina ben gestita. Servizio cortese.”

Tra le new entry del 2024 invece c’è Sacha: “Nuova vita per il Sacha, in pieno centro e in attività con altro staff già da diversi anni. Oggi l’impostazione è contemporanea, con una sala molto luminosa e la cucina a cura del venticinquenne Francesco Castorina, a capo di una brigata altrettanto giovane e motivata. Dopo una serie di esperienze formative in Italia e all’estero a fianco di campioni del calibro di Heinz Beck e della famiglia Iaccarino, è tornato nella città natale per mettere a frutto gli insegnamenti appresi e “maturare” la sua idea di cucina: mediterranea e figlia di un estro “entusiasta” e delle stagioni. Il menu cambia spesso, e offre interessanti abbinamenti fra pescato (anche crudo) e verdure locali. Cantina sicula con piccole realtà. Servizio preparato” scrivono dalla casa editrice.

Ultimo in ordine alfabetico, infine, il Kajiki, l’unico ristorante cinese di Messina nella lista: “Giappone e mixology, sushi, rolls, ma anche ottime carni grigliate in questo indirizzo etnico ed eclettico. E offerta “beverage” che oltre alle creazioni del barman propone una curata scelta di vini e buone birre.”

 

 

 

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