MESSINA. Francantonio Genovese è stato condannato a 11 anni di carcere, al pagamento di 20mila euro di multa e interdetto dai pubblici uffici. La sentenza è arrivata nel tardo pomeriggio quando, dopo la replica dell’accusa alle deduzioni del collegio difensivo, la prima sezione penale del Tribunale di Messina, composta da Maria Pina Scolaro, Massimiliano Micali e dalla presidente Silvana Grasso, si è riunita in camera di consiglio e ne è venuta fuori col destino del deputato di Forza Italia, condannato per associazione a delinquere, riciclaggio, frode fiscale, truffa e tentata estorsione (riqualificando l’originaria accusa di tentata concussione), mentre è caduta l’accusa di peculato. Ha quindi retto l’impianto accusatorio costruito dall’aggiunto Sebastiano Ardita, e dai sostituti Antonio Carchietti e Fabrizio Monaco, che per il deputato di Forza Italia avevano chiesto originariamente undici anni di carcere. Spiega Ardita: “Si è trattato di un processo difficile e complesso che si è potuto fare grazie anche a un procuratore capo come Guido Lo Forte, un magistrato che fino alla fine ha dato l’esempio di come si debba svolgere il proprio lavoro non curandosi delle possibili conseguenze”.
Condanna a due anni e mezzo invece per il cognato, Franco Rinaldi (l’accusa ne chiedeva cinque e mezzo), a tre anni e sei mesi per Chiara Schirò (moglie di Genovese, l’accusa ne chiedeva sei), e per sei anni e sei mesi per Elena Schirò, moglie di Rinaldi (l’accusa di anni ne chiedeva sei).
Caustico il commento di Nino Favazzo, legale di Genovese (insieme a Gaetano Pecorella): “Per fortuna i gradi di giudizio sono tre”, ha dichiarato l’avvocato, confermando implicitamente il ricorso in appello.
Il processo è durato meno di due anni – la prima udienza era stata nel febbraio del 2015 – ed ha avuto testimoni illustri come l’ex ministro della coesione economica, Fabrizio Barca, l’ex dirigente della Formazione, Ludovico Albert e il governatore Rosario Crocetta, che ha dichiarato di non aver “mai parlato di Formazione con Genovese”.
Così tutte le condanne: Francantonio Genovese, 11 anni più 20 mila euro di ammenda e interdizione per tutta la durata della pena in caso di condanna definitiva (riqualificazione di alcuni capi di peculato in tentata estorsione); Franco Rinaldi, 2 anni e 6 mesi; Salvatore La Macchia, 2 anni (pena sospesa); Roberto Giunta, 5 anni e 6 mesi più 19 mila euro di ammenda; Liliana Imbesi, 1 anno e 4 mesi; Natale Lo Presti, 3 anni; Domenico Fazio, 1 anno e 3 mesi; Chiara Schirò, 3 anni e 6 mesi; Elio Sauta, 6 anni e 6 mesi; Melino Capone, 3 anni; Natale Capone, 3 anni; Antonino Di Lorenzo, 1 anno e 4 mesi; Carmelo Favazzo, 3 anni; Graziella Feliciotto, 4 anni e 6 mesi; Elena Schirò, 6 anni e 6 mesi; Giovanna Schirò, 2 anni e 3 mesi; Stefano Galletti, 3 anni e 6 mesi; Giuseppina Pozzi, 2 anni; Orazio De Gregorio, 2 anni e 6 mesi; Cettina Cannavò, 2 anni; .
Assolti per non aver commesso il fatto, invece, Francesco Buda, Salvatore Natoli e Paola Piraino.
Per Genovese è la seconda pronuncia di una corte in pochi giorni: lo scorso 19 gennaio, il collegio tributario regionale lo ha condannato al pagamento di tasse su 16 milioni di euro, ovvero la cifra che avrebbe sottratto al fisco, depositandola in una banca svizzera.
Le tappe della vicenda:
Maggio 2013: il gip Giovanni De Marco firma la proroga delle indagini, appare così per la prima volta il nome di Francantonio Genovese e del cognato Franco Rinaldi nelle indagini della procura messinese sulla Formazione.
Maggio 2014: La giunta per le autorizzazioni, presieduta da Ignazio La Russa dice sì alla richiesta di arresto della procura. È il 7 maggio, il 15 sarà la Camera a dare il consenso. Al termine del voto Genovese volerà subito sullo Stretto e dopo un breve passaggio nella villa di Faro si consegnerà alla giustizia. Resterà in carcere pochi giorni ma ci tornerà. Il gip infatti gli concede i domiciliari ma la procura ricorre al Tribunale della libertà.
Gennaio 2015: Il Riesame accoglie il ricorso della procura. Genovese rientrerà in carcere dove resterà per sette mesi. Il luglio successivo otterrà i domiciliari.
Febbraio 2015: Inizia il processo Corsi d’Oro 2 a carico di Genovese
Novembre 2015: Revoca dei domiciliari: ma può ricevere ospiti. Sullo Stretto si precipita Gianfranco Micciché: sarà così che il ras dello Stretto dirà addio al Partito Democratico per passare in Forza Italia.
A carico del deputato del Pd c’è ancora l’obbligo di firma.
Luglio 2016: Undici anni a Genovese, 5 anni e sei mesi a Franco Rinaldi. Questa la richiesta di Sebastiano Ardita, Antonio Carchietti e Fabrizio Monaco. Seconda la procura è emersa “una rete estesa e preoccupante di complicità in palese conflitto di interessi” che ha sottratto “importanti risorse ad un settore vitale come la formazione professionale con tanti giovani in cerca di occupazione” per reati che “appaiono di rilevante gravità, per le responsabilità pubbliche di chi le commette”.
nessuno è colpevole sino alla pronunzia di una condanna definitiva, compreso Genovese che ci auguriamo possa dimostrare la sua completa estraneità ai fatti, ma se anche la Cassazione dovesse confermare questa sentenza, undici anni sono la giusta condanna,
non tanto per la gravità del reato, ma quanto per l’ inutilità dello stesso che non trova giustificazione alcuna considerate le attività imprenditoriali e il patrimonio personale dell’imputato.