MESSINA. Restauro e rifunzionalizzazione nel rispetto dell’identità storica, con restauro e recupero dei locali, e abbattimento delle superfetazioni con un finanziamento da 4 milioni e 650mila euro: è il progetto di recupero del forte Gonzaga, struttura militare ultimata a metà del XVI secolo, successivamente in uso all’esercito e dal 1970 al comune di Messina e che da anni è pressochè abbandonata a sè stessa.
Nel dettaglio, l’obiettivo è quello di restaurare e recuperare tutte le coperture a terrazzo, soprastanti i locali del primo piano e piano terra, e quelle poste soprastanti tutti i locali posti al secondo piano (l’ex cappella e i vani contigui), che risultano non più funzionali a proteggere dalle infiltrazioni delle acque meteoriche, che a tutt’oggi hanno provocato e continuano a provocare gravi danni alle murature interne e perimetrali oltre agli intonaci interni ed esterni. Sono stati previsti tutti i lavori necessari indispensabili ed indifferibili relativi agli interventi strutturali di rafforzamento e miglioramento statico delle strutture fortemente degradate ed ammalorate.
Ulteriori interventi prevedono la demolizione delle superfetazioni rappresentate da edifici di epoca recente che non si armonizzano con il contesto storico e ne alterano il carattere monumentale, la realizzazione di un nuovo collegamento verticale esterno (scala di sicurezza ed emergenza), un ascensore panoramico, posto in prossimità dell’ex ponte levatoio ingresso al Forte, che fungerà da collegamento verticale dei vari piani, atto ad ospitare otto persone compreso disabili per l’abbattimento delle barriere architettoniche, con intelaiatura in acciaio e vano corsa anch’esso panoramico in cristallo, e la realizzazione di nuovi infissi del tipo a vetrate, oggi inesistenti.
La pianta di Forte Gonzaga è a forma di volo d’uccello, con un corpo quadrato, in cui i pieni predominano sui vuoti, al centro del quale è posta la scala che collega il piano terra al primo piano ed alla copertura, e due ali terminanti a doppia cuspide senza volumi interni: ha una pianta stellare irregolare con sei bastioni che seguono l’accidentata conformazione del suolo, intorno al perimetro del corpo quadrato esiste un fossato che doveva presidiare l’ingresso al Forte tramite il ponte levatoio, ma da documentazione storica sembrerebbe che non sia mai stato utilizzato a tale scopo. Il profilo esterno è caratterizzato dai baluardi con spigoli rivestiti con un paramento murario in blocchi di calcare perfettamente squadrati. Rimasto in uso all’Esercito Italiano fino al 1970, il Forte ha sostanzialmente mantenuto la sua struttura originaria, in quanto è stato oggetto di modesti interventi.
Il progetto è stato redatto da Francesco Falcone, architetto, e il gruppo di lavoro è formato da Icis srl società di ingegneria, che si occuperà della progettazione strutturale e del verde, dell’idraulica, della sostenibilità ambientale e della congruenza paesaggistica e urbanistica, da Isorchitetti srl, che seguiranno la progettazione architettonica e l’allestimento museale, di Tosto Architetti srl (progettazione architettonica e rilievo dei manufatti), Progen srl (progettazione impianti fluido-meccanici, elettrici e speciali), e Gae Engineering (strategie antincendio e coordinamento sicurezza).