MESSINA. Si festeggia oggi la Madonna della Lettera nella città dello Stretto, patrona del comune di Messina e  di Palmi (provincia di Reggio Calabria), Finale (provincia di Palermo) e Pannaconi (provincia di Vibo Valentia). Una tradizione millenaria che ha portato, nel 1934, alla costruzione di una stele all’ingresso del porto di Messina. Ma come nasce il culto nei confronti della Madonna? E perché l’aggiunta del sostantivo “della lettera”? La storia ha inizio con san Paolo che fa visita a Messina per diffondere la Parola di Dio. Da lì ha inizio una lunga devozione per la Madonna, affermatasi nel 1716, anno in cui il monaco Gregorio Arena portò in città una traduzione dall’arabo della lettera che Maria inviò ai messinesi.

Secondo la tradizione, infatti, san Paolo, giunto a Messina per predicare il Vangelo, trovò la popolazione ben disposta a lasciarsi convertire: ben presto molti cittadini aderirono all’invito convertendosi al Cristianesimo, e nel 42 d.C., quando Paolo si accingeva a tornare in Palestina, alcuni messinesi chiesero di accompagnarlo per poter conoscere la Madonna di persona. Così una delegazione di messinesi si recò in Palestina con una missiva, nella quale i molti concittadini convertiti alla fede di Cristo professavano la loro fede e chiedevano la protezione di Maria. In quel tempo il porto di Messina, conosciuto fin dall’antichità, era un brulicare di navi provenienti da ogni angolo del Mar Mediterraneo e non costava nulla imbarcarsi in una di esse e veleggiare velocemente verso il Medio Oriente. Così quattro messinesi della comunità cristiana, Girolamo Origgiano, Marcello Bonifacite, Brizio Ottavio ed il Centurione Mulè, partirono a nome della città alla volta. della Giudea

Sempre secondo la tradizione, Maria li accolse e, in risposta alla missiva, inviò indietro una sua lettera, scritta in ebraico, arrotolata e legata con una ciocca dei suoi capelli. La delegazione tornò a Messina l’8 settembre del 42 recando l’importante missiva: in essa Maria lodava la loro fede, diceva di gradire la loro devozione ed assicurava loro la sua perpetua protezione. La ciocca di capelli è custodita presso il Duomo di Messina ed esposta nel giorno del Corpus Domini incastonata nell’albero di un piccolo galeone costruito in argento, che rappresenta uno degli esempi della protezione della Madonna per Messina. Di seguito alcune foto delle processioni del Sacro Capello (tocca per ingrandire).

Questo il testo che, secondo la tradizione, recita la lettera: «Umilissima serva di Dio, Madre di Gesù crocifisso, della tribù di Giuda, della stirpe di Davide, salute a tutti i messinesi e Benedizione di Dio Padre Onnipotente. Ci consta per pubblico strumento che voi tutti con fede grande avete a noi spedito Legati e Ambasciatori, confessando che il Nostro Figlio, generato da Dio sia Dio e uomo e che dopo la sua resurrezione salì al cielo: avendo voi conosciuta la via della verità per mezzo della predicazione di Paolo apostolo eletto per la qual cosa benediciamo voi e la vostra città della quale noi vogliamo essere perpetua protettrice. Da Gerusalemme 3 giugno anno 42 di Nostro Figlio. Indizione 1 luna XXVII». Da notare, però, che il testo della lettera reca un’incongruenza nella data, poiché a quel tempo non esisteva ancora la datazione cristiana.

La frase “Vos et ipsam Civitatem benedicimus” (“Benediciamo voi e la vostra Città”) è oggi scritta a caratteri cubitali alla base della stele della Madonnina sul braccio estremo del porto.

Nel 1647 suor Maria Roccaforte, monaca benedettina di Bivona e nota per le sue rivelazioni confessate al suo padre spirituale su Santa Rosalia, ebbe delle visioni della Vergine Maria e dell’Angelo Custode che le confermarono l’autenticità della Lettera.

Dalla traduzione della lettera da parte del monaco Gregorio Arena nel 1716, allora, la città di Messina celebra la Madonna della Lettera il 3 giugno, con una affollata processione del fercolo argenteo di Maria.

La stele fu innalzata solo nel 1935, per volontà dell’arcivescovo Angelo Paino. La struttura occupa l’estrema punta della falce, già costituente l’ultimo baluardo del sistema di fortificazioni (Real Cittadella) realizzato nel 1546 dall’imperatore Carlo V, ove già è documentata una primitiva Torre di Sant’Anna. L’opera, progettata e realizzata da Francesco Barbaro, ospita sull’estremità superiore la statua modellata dallo scultore Tore Edmondo Calabrò, che raffigura la Beata Vergine nell’atto di benedire con la mano destra, mentre nella mano sinistra regge la lettera consegnata all’ambasceria messinese.

Il monumento fu consacrato e inaugurato dall’arcivescovo il 12 agosto 1934, nello stesso pomeriggio, attraverso uno speciale impianto radio ad onde ultracorte, messo a punto da Guglielmo Marconi, fu benedetto ed illuminato da Papa Pio XI in collegamento da Castelgandolfo.

L’alta stele di sezione ottagonale, rastremata verso l’alto con il basamento a campana, raggiunge allo stellario posto in capo alla Vergine Maria, un’altezza di circa 60 metri dal pelo dell’acqua. La sommità foggiata a capitello ospita un piccolo basamento marmoreo sul quale poggia un globo di 2,60 m di diametro, con esso forma un tutt’uno, la statua della Madonna della Lettera riprodotta in bronzo dorato, alta sette metri. Una copia, riproduzione fedele in scala, realizzata in cristallo, fu regalata al Papa subito dopo la sua inaugurazione. Il successore Papa Pio XII la restituì alla città, che la custodisce presso la biblioteca Painiana del Seminario arcivescovile “San Pio X” sul viale Giostra.

Danneggiata durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale, la stele fu prontamente restaurata. Il 16 settembre 1954, 20 anni e 4 giorni dopo, la statua fu incoronata dall’arcivescovo di Palermo Ernesto Ruffini nella ricorrenza del 383º anniversario della partenza dal porto di Messina della flotta cristiana comandata da don Giovanni d’Austria, approntata per annientare la flotta ottomana di Uluç Alì Pascià nella battaglia di Lepanto.

Ma come è arrivato il culto della Madonna della Lettera anche a Palmi e Finale? A Palmi deriva da un evento storico. Nel 1575, infatti, scoppiò a Messina una epidemia di peste che procurò la morte di oltre 40.000 persone. I cittadini di Palmi accolsero quanti fuggirono dalla città peloritana ed inoltre, tramite i suoi marinai, mandarono aiuti tramite generi di vitto e olio. Superata la calamità, la città di Messina volle donare alle autorità ecclesiali di Palmi, in segno di ringraziamento per gli aiuti prestati, uno dei capelli della Madonna che furono portati nella città siciliana unitamente alla lettera di benedizione.

Nel 1582 arrivò quindi alla Marina di Palmi un reliquiario contenente un Sacro Capello della Vergine. Da quel momento, anche nel popolo palmese, cominciò la venerazione verso la Madonna appellata col titolo “della Sacra Lettera” e si adottò la sua Effigie nera racchiusa in una manta d’argento a somiglianza di quella venerata nella città peloritana.

A Finale, invece, il culto della Madonna della Lettera arrivò tramite il casato dei Ventimiglia, marchesi di Geraci, proprietari feudali delle Madonie, di cui anche il feudo di Finale era parte. Tale borgata era la residenza estiva della nobile famiglia. Il culto è dovuto soprattutto alla parentela con la famiglia nobile messinese dei Moncada, molto devota alla Madonna della Lettera.

Fonti: Wikipedia e sito web dedicato alla Madonna della Lettera.

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