MESSINA. Dopo la precisazione di ieri, arriva una nuova presa di posizione dell’assessore alla Protezione Civile, Sebastiano Pino, che in un comunicato si scaglia contro le bufale giornalistiche divulgate in questi giorni in merito all’emergenza incendi.
«Non intendo assolutamente minimizzare su quanto accaduto – scrive l’assessore – perché i danni boschivi ed alle attività produttive, il panico cui è stata sottoposta la popolazione messinese sono stati gravi, ma non è corretto generare allarmisti eccessivi. Durante un’emergenza di protezione civile, come quella che stiamo fronteggiando in questi giorni, per quanto anomala in quanto causata direttamente e scientemente dall’uomo, un ruolo chiave è svolto dall’informazione. Pur se la stampa viene spesso dimenticata al momento dei ringraziamenti, perché il lavoro di diffusione delle informazioni alla popolazione rischia di passare per scontato, desidero esprimere il mio riconoscimento all’importante ruolo che tanti professionisti, locali e non, stanno svolgendo. Tuttavia – prosegue la nota – riferendomi ad un articolo apparso su un quotidiano online che mi attribuiva pesanti responsabilità, evidentemente per il cronista personali, dandomi peraltro del bugiardo, va ricordato che, attenendosi al lessico tecnico della protezione civile, non si possono confondere termini come “allontanamento precauzionale” e “sfollamento” o peggio ancora il numero “5” con “migliaia”. Al cronista ricordo che durante un’emergenza dare disinformazione o cattiva informazione è ancor peggio che non comunicare e che può addirittura procurare ingiustificati allarmi e panico nella popolazione. Infine – conclude Pino – in merito alle vili e infondate accuse di assenteismo lanciate dallo stesso giornalista, non supportate da alcun dato concreto, ma anzi smentite dalle numerosissime ore passate in questi giorni sul campo e nei tavoli di coordinamento dei soccorsi, nonché dai numerosi attestati di stima che ho potuto riscontrare a tutti i livelli della macchina di governo, mi riservo di adire le vie legali».
