MESSINA. Prima l’autosospensione, a fine gennaio. Poi il battibecco con Dino Bramanti, candidato sindaco per il centrodestra, alla presentazione della sua lista. Oggi l’addio definitivo. E’ durato poco più di tre anni l’idillio tra Forza Italia ed Emilia Barrile, approdata al partito di Silvio Berlusconi a rimorchio dell’allora maggiorente del Pd locale Francantonio Genovese. Oggi se ne è andata sbattendo la porta.
“Una comunicazione formale che non rivela certamente un segreto, ma che ritengo sia un passaggio dovuto rispetto al quale trovo sia essenziale dare delle spiegazioni più approfondite”, ha spiegato la presidentessa del Consiglio Comunale, candidata alla sindacatura nella lista “Leali-progetto per Messina”.
“Da moderata cristiana, ho aderito ad un progetto che non faceva riferimento soltanto ad un partito ma ad un gruppo di lavoro impegnato attivamente per il territorio. Quel percorso, che mi ha vista al fianco di referenti politici insieme ai quali ho aderito a Forza Italia, si è definitivamente concluso, perché è venuto meno il prerequisito del reciproco rispetto e del dialogo, nonché di quegli obiettivi che ci eravamo posti di perseguire e che continuano ad animare il mio impegno civico e politico.
Lascio un partito che non ha mostrato apertura al confronto, fino all’ultima riunione tenutasi a porte chiuse la scorsa settimana tra i suoi rappresentanti (eletti e non) al Royal. Un incontro al quale hanno preso parte deputati in carica e uscenti ma, non mi risulta, alcun esponente che fosse voce diretta del territorio. Mi preme precisare che i rapporti con qualche rappresentante di Forza Italia restano ottimi e di valida interlocuzione, ma si tratta di eccezioni. Quel che non può lasciarmi indifferente è una linea d’azione che non si è ritenuto di condividere e rispetto a cui non si è interpellato alcun referente della città. Parlo di progetti e proposte, non di candidature. Quelle, nella mia visione personale, vengono solo dopo e non possono essere imposte ma devono essere frutto di una scelta condivisa.
Comprendo che ad oggi manchi un direttivo cittadino, ma esistono donne e uomini che si sono spesi in prima persona per far crescere un movimento che ad ora non sembra sapere, o per meglio dire volere, ascoltare in alcun modo la città.
Esiste una comunità, quella vera, fatta di gente e attivisti e non solo di blasonati padri nobili o presunti tali. Non mi sono mai sottratta al confronto e persino alle critiche. E ho cercato interlocuzioni fino alla fine con chi fa parte o coordina Forza Italia, nella massima disponibilità perché da politica so come si vive in seno ad un partito e credo d’aver ampiamente dimostrato di saper accettare le scelte della maggioranza anche quando divergevano dalle mie idee. È altresì vero, però, che il mio impegno è a servizio prima di tutto della gente che rappresento e non di un simbolo di partito, quale che sia.
Non posso dunque proseguire il mio percorso all’interno di FI, i cui autoinvestiti vertici sembrano sempre più attenti ad ascoltare solo se stessi. C’è una città a cui prestare orecchio, attenzione e soprattutto a cui dare risposte. Chiudersi a riccio nelle stanze di un albergo non aiuta certo quel dialogo che è alla base della democrazia nella quale mi piace credere”, conclude.