MESSINA. Dopo quello sul risanamento e sui fondi per lo sbaraccamento, il secondo appuntamento “verità” del candidato a sindaco del centrodestra Maurizio Croce è dedicato alle finanze di Palazzo Zanca con particolare riguardo rispetto al piano di riequilibrio. “Messina non ha bisogno di un “guardiano dei conti”, ha bisogno di altro, e per occuparsi di un piano di riequilibrio serva un tecnico ed un esperto. Per questo ho identificato Giuseppe Grazia“, ha spiegato Croce. E Grazia non si è lasciato pregare. “Siamo all’anno zero”, ha spiegato, con tono grave, l’assessore designato al Bilancio, prima di snocciolare una lunga serie di numeri a scandire i dieci anni di storia del piano di riequilibrio del comune di Messina: un piano originario, di dicembre 2012, a firma dell’allora commissario straordinario Luigi Croce, poi cinque rimodulazioni (per modifiche alla legge o esitati dalle nuove amministrazioni di Renato Accorinti e Cateno De Luca, e un altro in arrivo che sarà elaborato dalla prossima amministrazione, dai 238 originari alle rimodulazioni da 392 milioni, 450 milioni, 552 milioni fino all’ultimo, con 140 milioni di euro di debiti da ripagare in vent’anni (dieci dei quali già trascorsi.

“Garantiamo che i numeri saranno in radiografia, non in fotografia. Soltanto capendo quale è la reale consistenza dell’indebitamento capiremo gli interventi da fare, e solo poi presenteremo alla Corte dei conti il piano di riequilibrio con i numeri assodati”. Piano di riequilibrio, che, sostiene Grazia, “è solo una delle due strade per salvare Messina. La seconda è il dialogo col governo centrale. Palermo, Reggio Calabria, Napoli e Torino hanno avuto oltre due miliardi di quote costanti divise per vent’anni. Nel 2021 le città metropolitane hanno avuto cento milioni, Messina ne ha presi dieci. Il “salvacomuni” del 10 di maggio ha consentito alle città metropolitane di derogare al tetto dell’irpef comunale (aumento del 2 per mille sull’8 per mille) e applicare una tassa sull’imbarco sulle navi da crociera. E’ stato concesso a Roma, Venezia, Milano: Messina è fuori. Fortunatamente Matilde Siracusano ha presentato un emendamento a favore di Messina. Questo è il dialogo”.

Capitolo personale e assunzioni: “Noi non licenzieremo, anzi assumeremo: avremo qualche paletto dal piano di riequilibrio, e siamo vincolati alla legge. Il nostro obiettivo è motivare il personale, e di avviare un piano di fabbisogno e formazione. Le partecipate andranno riorganizzate”. Poi una frecciata alla proposta di Federico Basile di proporre mille assunzioni: “nel piano di riequilibrio dell’amministrazione De Luca, su 113 milioni di risparmi, 18 riguardavano il personale”.

 

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