MESSINA. Due memorie già depositate presso il seggio centrale di Palazzo Zanca, e due che lo saranno in mattinata, all’attenzione del presidente, il magistrato Corrado Bonanzinga, e un precedente del comune di Milazzo, potrebbero complicare la strada, fin qui liscia e priva di ostacoli, di Federico Basile, sull’ottenimento del premio di maggioranza e quindi sul portare diciannove “suoi” consiglieri comunali in aula. Le amministrative messinesi non sono finite, nonostante dal voto siano passati cinque giorni, Federico Basile sia stato proclamato ufficialmente sindaco, e oggi i suoi assessori presteranno giuramento. Perchè c’è aperto il nodo di chi si accomoderà in consiglio comunale. Due sere fa Cateno De Luca aveva annunciato il raggiungimento del premio di maggioranza, i 19 consiglieri consiglieri comunali (su 32), che viene dato alla compagine le cui liste superano il 40% dei voti. Questione che sembrava chiusa, e che invece è stata riaperta da Pd e Fratelli d’Italia in prima battuta, e da Ora Sicilia e Forza Italia, che contestano la “autoattribuzione” che De Luca ha fatto del premio di maggioranza (ancora ufficialmente il conteggio dei voti di lista non è stato completato, e quindi il premio non è stato assegnato). Perchè? In sostanza si contesta il calcolo che il leader di Sicilia Vera ha fatto. La legge (anzi, le norme, perchè quella originaria è del 1997, ma è stata riformata in materia nel 2011 e nel 2016), spiega molto chiaramente che in tema di assegnazione del premio di maggioranza “non sono computabili i voti espressi per le liste che non sono ammesse all’assegnazione di seggi“, come da interpretazione autentica del 2011. Secondo De Luca, il calcolo per determinare il quorum del 40% sarebbe dato dalla somma dei voti ottenuti dalle liste, di tutti gli schieramenti, che hanno superato la soglia del 5% di voti validi (anziché di tutti i voti validi ottenuti da tutte le liste presenti). Interpretazione che, fanno notare i partiti che hanno presentato osservazioni a Bonanzinga, non si trova da nessuna parte. Quello che sostengono le memorie difensive è invece un’applicazione alla lettera della legge: concorrono al raggiungimento del quorum del 40% solo le liste del candidato sindaco vincente che hanno superato lo sbarramento del 5%, senza prevedere la rideterminazione di un nuovo quorum del 100% con le sole liste che hanno superato la soglia del 5%. Per cui, determinando il 100% dei voti validi sulla quale parametrare la soglia del 40% delle liste collegate al sindaco eletto che hanno superato il 5% (come impone la legge 6 del 2011 di interpretazione autentica), la coalizione di Basile si assesterebbe su una percentuale pari a circa il 32%; invece, considerando il 100% dei voti validi sommando solo i voti di tutte le liste che hanno superato la soglia del 5%, la coalizione oggi vincente supererebbe la percentuale del 40%.  Un esempio pratico: se le liste collegate al candidato sindaco vincente totalizzassero 40mila voti, di cui cinquemila da liste sotto il 5%, i voti utilizzabili per verificare il raggiungimento o meno della soglia del 40% sarebbero 35.000, e pertanto non otterrebbero premio di maggioranza. Tra l’altro esiste anche un precedente: il Comune di Milazzo, nell’assegnare il premio di maggioranza, si è attenuto alla legge regionale, senza alcuna interpretazione, attribuendolo sulla base del calcolo di legge, senza prevedere la rideterminazione di un nuovo quorum del 100% con le sole liste che hanno superato la soglia del 5% (come fatto da De Luca). La circostanza è stata ritenuta legittima dalla presidente del seggio centrale di Milazzo, anch’essa un magistrato come a Messina, e messa a verbale su un modello prestampato fornito direttamente dai competenti uffici del Ministero dell’Interno, che tra l’altro non prevedeva la fattispecie di calcolo portata avanti da De Luca: segno, secondo i ricorrenti, di una chiara volontà del legislatore di non comprendere altra fattispecie che quella letterale prevista dalla legge. La decisione la prenderà, presumibilmente oggi stesso, alla chiusura definitiva dei seggi e alla comunicazione dei risultati ufficiali, il magistrato Corrado Bonanzinga. Dovesse confermare la tesi di De Luca, sono già stati annunciati ricorsi.

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