MESSINA. Da destra a sinistra passando per le liste civiche, sono tanti i big (o presunti tali) ad aver perso il treno per Palazzo Zanca nonostante un buon risultato personale.

Il dato più interessante è, fuor di dubbio, quello del centrodestra: le dieci liste a supporto di Dino Bramanti non hanno sfondato il muro del 40%, un risultato pronosticato ma non arrivato anche, e soprattutto, per il flop del gruppo Peloro 2023. Non è solo la lista vicina  a Francatonio Genovese a non aver trovato il giusto consenso, restano fuori anche Insieme x Me (vicina al deputato nazionale Nino Germanà) e Diventerà Bellissima (lista legato al presidente regionale Musumeci). Vediamo nel dettaglio, quindi, chi resta fuori nonostante un buon cammino personale.

PELORO 2023 (4330 preferenze – 3,92%): capolista con l’amaro in bocca è Simona Contestabile che non trova la riconferma malgrado i 748 voti ottenuti. Stessa sorte per Mariella Perrone (672 preferenze) e Pietro Iannello (647). Più staccato l’altro uscente Carlo Cantali che si ferma a 498 voti: tutti e quattro consiglieri comunali uscenti. Fuori anche Paolo Bitto di Capitale Messina (che esprimerebbe l’assessore Pino Falzea).

INSIEME X ME (5217 preferenze – 4,72%): è Giusy Marabello la vera delusa del gruppo, non bastano i suoi 1023 voti per far scattare il quorum. Non rientrerà a Palazzo Zanca, invece, Santi Daniele Zuccarello che ottiene 761. Solo una manciata di voti in più di Antonio Boemi che si ferma a 717, candidato di punta dell’ex consigliere comunale Nicola Cucinotta.

DIVENTERÀ BELLISSIMA (5223 preferenze – 4,72%): beffa atroce per Daniele Travisano che resta al palo nonostante gli 836 voti raggiunti. Molto lontana invece l’uscente Daniela Faranda che non va oltre i 493 voti, ma ancora più lontani l’ex assessore provinciale Giuseppe Laface (217) e il consigliere comunale a cavallo tra gli anni ’90 ed il 2000 Silvano Arbuse (353).

Dal centrodestra al centrosinistra il passo è breve. Sono meno le liste ad aver deluso, anche se i nomi che restano fuori dal prossimo consiglio sono pesanti. Insufficiente il cammino della lista direttamente collegata al candidato sindaco Antonio Saitta, male anche Articolo Uno.

SAITTA SINDACO (4575 preferenze – 4,14%): Natalino Summa è il più deluso del mancato raggiungimento del quorum dati i suoi 799 voti ottenuti. Staccato il secondo il lista: Paolo Alibrandi con 388 preferenze. Solo 262 i voti strappati dall’assessora designata Lucy Fenech, fa peggio il candidato sindaco Saitta che si ferma a 242 preferenze. Bagno di sangue anche per Nino Principato, e il consigliere di quartiere Maurizio Guanta.

ARTICOLO UNO (1724 preferenze- 1,56%): era comunque un’impresa complicata raggiungere il quorum del 5%, probabilmente la vera delusione risiede nel non aver ottenuto voti oltre a quelli dei candidati più forti. La vice-sindaca designata Maria Flavia Timbro tocca quota 452 preferenze, meglio di lei fa Giuseppe Grioli con 490, più indietro Santi Interdonato con 328.

PARTITO DEMOCRATICO (6853 preferenze – 6,2%): piccola parentesi per il PD che supera il quorum ma vede fuori dal prossimo consiglio alcuni uscenti di rilievo. A meno di un apparentamento clamoroso, e probabilmente impossibile, con Cateno De Luca, che in caso di vittoria farebbe scattare il premio di maggioranza, saranno al massimo 4 i consiglieri eletti. Resteranno certamente fuori: Gaetano Gennaro (560 preferenze, anche se la sua posizione dipenderà dall’esito del ballottaggio), Antonella Russo (543), Angelo Burrascano (492), e Giuppi Siracusano (420), tutti consiglieri uscenti.

Infine le liste collegate a due grandi protagonisti della legislatura uscente: Renato Accorinti e Emilia Barrile. La strategia dell’ex sindaco è stata immediatamente denunciata come fallace, chiara la dispersione delle preferenze nelle tre liste a supporto. Beffa numerica ma grande successo, invece, per l’ex presidentessa del consiglio comunale che ottiene uno splendido risultato personale.

RENATO ACCORINTI SINDACO (4675 preferenze – 4,23%): sono 831 i voti raggiunti da Renato Accorinti, assoluto dominatore della sua lista. Alle sue spalle si piazza l’ex assessora ai servizi sociali Nina Santisi con 493 voti. Fanno peggio altri due ex membri della giunta: Guido Signorino (328) e Sergio De Cola ( 218). Buon risultato per l’ex Giovane democratico Guglielmo Sidoti con le sue 215 preferenze.

CMDB (3373 preferenze – 3,05%): ancora assessori uscenti delusi. Federico Alagna sfiora quota cinquecento fermandosi a 497 voti, indietro Daniele Ialacqua con 303. L’amarezza maggiore è, però, per la consigliera uscente Ivana Risitano che ottiene 681 voti. Fuori anche la sua collega d’aula Cecilia Caccamo. Mezzo disastro per un altro assessore uscente, Sebastiano Pino, che di voti ne ha presi solo 51.

PERCORSO COMUNE (2347 preferenze – 2,12): ultimo assessore bocciato dal quorum ma promosso nei numeri personali è Gaetano Cacciola, per lui sono 578 le preferenze. Non il più votato, però, della lista: è Giuseppe Sanò, consigliere uscente della VI circoscrizione con 612 voti a prendersi il primo posto.

LEALI – PROGETTO PER MESSINA (4660 preferenze – 4,21%): consiglio comunale solo sfiorato per la lista a supporto di Emilia Barrile. L’unica candidata donna per la corsa a sindaco ottiene ben 2281 preferenze, per distacco la più votata tra gli 893 candidati. Ottimi e beffardi i risultati raggiunti da Nino Neri (793 preferenze), Cosimo Oteri (567) e Giuseppe Chiarella (509).

Pur facendo parte di liste che sono entrate in consiglio, non faranno il loro ingresso in aula l’ex dei giovani democratici Antonio Ramires ed il già consigliere comunale Paolo Saglimbeni (Ora Messina), l’uscente Rita La Paglia (Forza Italia), gli ex assessori Arturo Alonci e Pippo Isgrò (Bramanti sindaco), gli ex consiglieri comunali e provinciali Dino Oteri, Giorgio Muscolino e Nino Previti (LiberaMe), i due uscenti Nino Carreri e Alessandro La Cava (Pdr), l’ex assessore Pippo Corvaja e l’omologa alla provincia Daniela Bruno (Noi con Salvini)

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