MESSINA. Il primo cantiere? Non sarà un’opera, ma un metodo. Le partecipate? Via, in liquidazione, ma acqua e trasporti resteranno interamente pubblici (ma i rifiuti forse no). Ponte sullo Stretto? Se ne riparla tra qualche anno. Migranti? Occorre un cambio di passo e di politica di accoglienza. Progetti? Intanto tentiamo di cantierare quelli che esistono per non perdere fondi. L’Ars? Dimissioni tra un mese, ma prima la possibilità di “piazzare un colpaccio”. Le isole pedonali? “Contrario, preferisco quelle nei weekend”.

Ha dormito poco, Cateno De Luca, reduce dalla nottata più esaltante della sua vita, ma le priorità della sua avventura amministrativa lo tengono sveglio. La prima parola che ha pronunciato, da neo sindaco, è stata “emergenza”. La seconda pure. In mattinata una riunione con segretario generale e dirigenza di Palazzo Zanca, poi via alla Città metropolitana per incontrare il personale e spiegare loro che “Cateno c’è”, anche a Palazzo dei Leoni: per ambientarsi e prendere le misure. Oggi pomeriggio, al Comune, avverrà la sua proclamazione, mentre domani, sempre a Palazzo Zanca, ci sarà l’insediamento, con il “passaggio della fascia”. Poi sarà ufficialmente tutto pronto per iniziare.

Per andare dove? Lo spiegano le sue prime parole da primo cittadino, per capire cosa intende fare per Messina e di Messina, come raccogliere l’eredità della precedente amministrazione, come “farsi amico” un consiglio comunale sulla carta riottoso e e come fronteggiare le difficoltà che gli si pareranno davanti. Ecco cosa ha detto.

 

Qui l’intervento sui migranti:

 

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