MESSINA. Spillano ad un anziano, residente a Lecce, la somma di cinque mila euro, promettendogli una fetta dell’eredità che un compaesano aveva ricevuto. Dopo tre anni, la polizia li acciuffa. È andata male a due messinesi in trasferta in Salento la truffa compiuta a danno di un 83enne a novembre del 2015.

Tre anni fa l’uomo è stato avvicinato da uno dei due messinesi che, racconta il quotidiano online leccese leccenews24.it, gli ha chiesto informazioni su un “compaesano” che aveva ricevuto in eredità una grossa somma. Il secondo messinese si inseriva nella discussione quale “garante”, sostenendo di conoscere il destinatario dell’eredità. All’anziano veniva così promessa una fetta dell’eredità, da consegnare davanti ad un notaio, in cambio di cinquemila euro “per le spese”.

I due quindi accompagnavano l’anziano in banca, facendogli prelevare la somma in contanti e facendoselo consegnare, e poi, con la scusa di una fotocopia del documento di identità che mancava dalla documentazione da presentare al notaio (personaggio inesistente), si dileguavano con i cinquemila euro dell’uomo.

Dopo la sua denuncia, la Polizia si metteva sulle tracce dei due messinesi, e grazie alle telecamere di sorveglianza riusciva a risalire ad un’autovettura usata per la truffa, e acquistata qualche giorno prima da uno dei due, incensurato di 46 anni.  Successivi accertamenti svolti riscontravano la sua presenza nella provincia di Brindisi, dove erano state riscontrate una serie di truffe uguali, in compagnia di un altro messinese di 33 anni.

Per i due, la Procura della Repubblica di Lecce ha aperto un procedimento penale per il reato di truffa continuata commessa in concorso, aggravata dall’avere approfittato di circostanze di tempo e di luogo e di persona (con riferimento all’età avanzata della vittima del raggiro),  tali da ostacolare la pubblica o la privata difesa.

 

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