MESSINA. È stata presentata ieri, nei locali di Spazioquattro, la mostra “Dittico”, con le fotografie di Francesco Mento accompagnate da un’opera di Luigi Ghersi. L’esposizione proseguirà anche oggi.

Le foto, introdotte e spiegate da un testo della compianta Michela Fazzari in Ghersi, hanno origine da un incontro fortuito nei corridoi dell’Accademia delle Belle Arti di Reggio Calabria, dove Mento insegnava e dove ha incontrato per caso degli studenti che stavano indossando per un esame i costumi originali del film “La vita è bella”.
Vederli camminare insieme vestiti da deportati e ufficiali nazisti, grazie anche al brainstorming con le fotografe e allora studentesse Valentina Messina e Marina Focà, ha fatto nascere l’idea di una rappresentazione diversa, che si allontanasse dalla realtà e dalla vita terrena, per immaginare nell’aldilà un perdono che possa pareggiare i conti della storia.
«Ho pensato di realizzare una bellezza altissima e impossibile, almeno nella realtà terrena», spiega Mento. «Non possiamo perdonare a questi livelli nella vita terrena, ma in un’altra dimensione immagino che Dio si farà vittima, si farà carico del dolore in modo che possa esserci una riappacificazione. Nella bellezza si pacificano il bene e il male in una dimensione ultraterrena».

 

Tutto ciò viene rappresentato anche attraverso le pose, che si rifanno al “Figliol prodigo” di Rembrandt e al giudizio universale di Michelangelo.
Da quest’ultimo in particolare, come evidenziato dal testo di Michela Fazzari, è presa la stessa posa che Thomas Mann citò attribuendola alla Germania nazista, “avvinghiata dai demoni, coprendosi un occhio con la mano e fissando l’orrore con l’altro”.

Francesco Mento ha voluto dedicare la mostra proprio a Michela Fazzari, la sua amica “Linuccia”, che era rimasta colpita da queste opere che le avevano ricordato come l’amore e il perdono l’avessero aiutata dopo la fucilazione del padre ad opera dei nazisti, e che avrebbe dovuto partecipare all’organizzazione dell’evento se non fosse scomparsa prima, nel dicembre del 2021. Mento ha inoltre ringraziato Barbara Fazzari che ha recuperato il testo della zia e proposto l’esposizione dell’opera di Luigi Ghersi, realizzata proprio in memoria del suocero.

 

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