MESSINA. Il Pd messinese plaude alla decisione della Corte dei conti di approvare il piano di riequilibrio proposto dal comune di Messina, di fatto scongiurando (almeno fino al 2034) il dissesto finanziario, ma mette i puntini sulle “i”, spiegando che il pericolo non è scomparso, e cosa attende la città nei prossimi dieci anni. E lo fa con un documento.

“Le motivazioni lette nella sentenza della Corte dei Conti che ha approvato il piano di riequilibrio del comune di Messina confermano la correttezza del percorso di controllo che il Partito democratico ha sempre effettuato, con grande senso di responsabilità rispetto alla città.
Tutte le perplessità che avevamo evidenziato sulle misure adottate nei vari piani che si sono susseguiti sono state confermate nella stessa sentenza che ha evitato il dissesto. Basta citare il fatto che tra le passività sono stati eliminati circa 200 milioni di debiti sol perché nell’ultimo piano (a differenza di quello del 2018 targato De Luca) sono stati estromessi i debiti delle partecipate, il disavanzo da riaccertamento straordinario, i debiti per derivati. E non sono stati conteggiati, in questa grossa riduzione della massa, i circa 60 milioni di debiti rimasti “sospesi” di Atm in liquidazione, ed i 30 milioni che erano stati prima riservati al fallimento di Messinambiente.

La Corte ha evidenziato un rilevante aumento dei pignoramenti contro l’ente (che certamente aumenteranno ancor più adesso che il piano è stato approvato), ha valutato la situazione debitoria del Comune attualmente “pesante”, ha considerato le entrate come “aleatorie”, ha citato il contenzioso extrapiano che va riconosciuto, ha posto l’accento sui 25 milioni di debiti sprovvisti di accordo che andranno ugualmente pagati, ed ha messo luce sui rilevanti problemi di riscossione nonché sul mancato raggiungimento di alcuni obiettivi intermedi che si prefiggeva il piano, le cui misure termineranno nel 2033. Insomma, tantissimi sono i rilievi ed i dubbi che, come ci aspettavamo, sono stati evidenziati dalla Corte, che ci ha anche anticipato la necessità di restituire allo Stato il cospicuo fondo di rotazione concesso al comune di Messina, al netto di eventuali decisioni della Corte costituzionale.

I giudici contabili hanno ammesso di aver preferito aderire ad una parte della giurisprudenza contabile per la quale il dissesto si dichiara solo in caso di crisi finanziaria irreversibile, e, fortunatamente, non hanno valutato tale la situazione di Messina.

Tutto questo non significa, come abbiamo sempre detto, che siamo fuori dalla crisi economico finanziaria dell’Ente; anzi, siamo nel pieno dell’adozione di misure virtuose che possano definitivamente scongiurare l’ipotesi di dissesto.

E’ giusto che alla cittadinanza sia trasmesso il corretto messaggio che la strada del risanamento è ancora lunga e tortuosa.

E’ intenzione del Partito democratico continuare il suo controllo affinché gli adempimenti rigorosi imposti dalla Corte siano rispettati. Per questo, anche avvalendoci di un gruppo di lavoro di esperti in materie contabili, saremo vigili ancor più di prima, con un monitoraggio costante sulle misure che questa Amministrazione adotterà nel rispetto delle numerose prescrizioni imposte dalla Corte dei Conti, che chiederà, come per legge, un rendiconto semestrale di verifica degli impegni assunti.

Lasciamo ad altri il lancio di superficiali slogan propagandistici e continuiamo con la serietà di sempre a vigilare su un corretto percorso di risanamento dei conti, perché è questo l’unico presupposto per lasciare una città migliore alle prossime generazioni di cittadini”.

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