MESSINA. “Abbassiamo i toni”. Daniele Zuccarello, nella sua seconda vita dopo quella da consigliere comunale, alla testa degli amministratori di condominio che si sono ribellati all’ordinanza che lancia il porta a porta su tutta la città emanata ad aprile dal sindaco Cateno De Luca, tenta di riportare armonia dopo la pronuncia del Tar di ieri che ha concesso la sospensiva su due punti dell’ordinanza.

“Abbiamo evitato una maggiorazione di costi all’interno delle spese condominiali, che è quello che a molti era sfuggito, ha spiegato Zuccarello, motivando il ricorso al tar “non come una contrarietà al porta a porta, ma di farla funzionare come si deve”.

Ad un certo punto, come sempre in queste occasioni, viene lanciata la proposta “progetto Manhattan”, l’ultima ratio: il tavolo tecnico. Lo reclama Silvano Martella, avvocato che ha patrocinato il ricorso

Secondo Giuseppe Bottari, “Il provvedimento è sfrondato da tutti gli aspetti che avrebbero potuto causare un pregiudizio grave ed irreparabile per i cittadini”. Poi un altro elemento: “Il Tar non si è pronunciato, ma ci sono altri punti sui quali potrebbe farlo, tra cui quello della trasmissione dei dati catastali (che l’amministratore di condominio avrebbe dovuto trasmettere all’anagrafe comunale per poter agevolare la consegna dei mastelli, ma anche per “scovare” le utenze fantasma, quelle che non hanno mai pagato la Tari). I giudici del tribunale amministrativo catanese si sono riservati di farlo a fine giugno del 2020.

Cosa chiedevano in sostanza gli amministratori, che a loro dire il Comune ha negato? Praticamente la “personalizzazione” dei rifiuti conferiti. “Abbiamo chiesto un badge, e ci è stato negato, così come i sacchetti singoli e riconoscibili”, ha spiegato Gaetano Subba, rappresentante degli amministratori, ai quali ieri il Tar  con la sentenza di ieri ha sollevato la responsabilità delle eventuali magagne nel ciclo di raccolta.

Le proposte, gli amministratori le avevano lanciate nella precedente conferenza stampa, in cui avevano messo in mora l’amministrazione: iintrodurre i sacchetti identificativi con microchip, che il singolo utente utilizza, così in caso di errore il condominio non subirebbe una sanzione irregolare per colpa di un solo utente. Poi, se c’è impossibilità di collocare i cassoni negli spazi condominiali, come accade in ogni palazzo del centro, si dovrebbero potenziare le isole ecologiche. Un’alternativa potrebbe essere quella di un raccordo per raccolta e smaltimento in zone utili.” Per ultimo, un passepartout col quale MessinaServizi può entrare nei condominii a svuotare gli scarrabili, senza imporre ai condomini di lasciarli fuori, situazione per la quale non si avrebbe più nessun controllo su chi ci butta dentro cosa. Nessuna delle proposte è stata accettata.

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