MESSINA. «Non funziona come non funzionava prima!». È questo il responso del sindaco Cateno De Luca dopo un sopralluogo a bordo del controverso “shuttle” entrato in funzione lo scorso sabato, che ieri ha affrontato per la prima volta la “prova del fuoco” in mezzo al traffico delle ore di punta di un giorno feriale.

«Voglio verificare personalmente se certe voci sono leggende metropolitane o ci sono errori risolvibili oppure situazioni insormontabili», aveva chiosato il primo cittadino questa mattina, con addosso un giubbotto della Polizia Municipale, prima di salire sulla navetta in compagnia del presidente dell’Atm Giuseppe Campagna e della consigliera comunale Serena Giannetto.

Il percorso intrapreso dal Sindaco nel corso del suo tour è quello fra Giampilieri e la sede dell’Atm in via La Farina. Un tratto in cui lo shuttle ha accumulato un ritardo di 33 minuti (destinato inevitabilmente ad aumentare nel tragitto fino a Torre Faro, dal lato opposto della città).  «La zona di reale intasamento dove non si cammina è il tratto statale Cep – Minissale», specifica De Luca, che ha ascoltato le lamentele e i consigli dei viaggiatori. «Mi confermano – specifica – che in quel tratto è sempre stato così con i medesimi ritardi». In realtà i ritardi e i disservizi, nella giornata di ieri, si sono verificati a macchia di leopardo in tutta la città.

De Luca, che alle ore 9:30 parteciperà a una riunione con le parti interessate “per individuare ed applicare le soluzioni”, elenca quindi i suggerimenti ricevuti, ovvero: prevedere delle corse via autostrada da Tremestieri o San Filippo con uscita al centro; istituire il senso unico da sud a nord nel tratto di via Marco Polo da Contesse a Minissale con l’uscita dello Shuttle in Largo La Rosa.

Infine la battuta autoironica: «Per colpa dei ritardi dello shuttle mi è saltato il blitz che dovevamo fare!»

 

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Filippo Cucinotta
Filippo Cucinotta
9 Ottobre 2018 11:19

Se non funzionava prima è stato un errore progettarlo così, senza tener conto del passato. Il risultato è stato di aggravare un problema preesistente.
Forse all’esperto mancava proprio l’esperienza.