MESSINA. A fare la parte del leone, nel corso della precedente Amministrazione, erano il Tibet, il celebre “Trump, peace not war” del G8 taorminese e le magliette sui migranti. Senza dimenticare gli immancabili sandali, la querelle infinita sul Dalai Lama e il tormentone Ci cuppa Accorinti, sfruttato poi dallo stesso ex primo cittadino come slogan della recente campagna elettorale.  Da allora sono passati appena pochi mesi, eppure sembra trascorso un secolo, almeno a giudicare dal cambio di rotta radicale della satira messinese, che ha trovato pane per i propri denti in un sindaco politicamente agli antipodi rispetto al precedente ma altrettanto istrionico ed esuberante. Dal “tram volante” al “Papa gate“, passando dallo shuttle al mancato sbaraccamento, l’onnipresente Cateno De Luca è divenuto in breve tempo il protagonista indiscusso degli sfottò virtuali sui social, con centinaia di gruppi, meme, vignette e caricature che da mesi rimbalzano da una parte all’altra dell’etere, alimentati da commenti, like, condivisioni e polemiche.

De Luca, del resto, è capace di alimentare come pochi la verve e la malizia della satira, come sindaco e ancor più come personaggio mediatico, costruito sempre e comunque puntando sull’iperbole e sugli eccessi, con continui “colpi di teatro” e manovre comunicative spericolate.

 

 

L’ascesa virtuale di De Luca sui social è avvenuta già in campagna elettorale, quando hanno iniziato a far capolino sulle pagine satiriche della città le immagini del sindaco in mutande all’Ars, il siparietto con la pecora “Pelority” a Piazza Cairoli, le tante esibizioni con la zampogna dell’ex deputato regionale e i due più controversi punti cardine del suo programma per cambiare Messina: il casinò a Palazzo Zanca e l’avveniristica monorotaia volante.  Nulla in confronto, però, con il vero e proprio “boom” scoppiato da fine giugno in poi, con un sempre crescente proliferare di illustrazioni cariche di humor e sarcasmo.

 

 

C’è da dire, inoltre, che di suo De Luca non solo non pecca affatto in autoironia, ma da sagace stratega qual è sembra aver calcolato vantaggi e svantaggi della sua sovraesposizione mediatica, decidendo forse a priori di sacrificare parte della sua coerenza (e prestando il fianco ad attacchi feroci) per garantirsi una costante passerella sotto ai riflettori. “Non importa che se ne parli bene o male. L’importante è che se ne parli”, scriveva Oscar Wilde, e De Luca, altrettanto vanesio (e conscio della volubilità del popolo social), questo concetto lo ha sposato in pieno.

Specificamente dedicate al sindaco ci sono tre pagine pressoché uguali, Aggiornamenti giornalieri sulla Monorotaia di MessinaAggiornamenti Giornalieri Sul Casinò a Palazzo ZancaAggiornamenti Giornalieri Sulla Bandiera Blu Al Pilone, tre dei più chiacchierati programmi di Di Luca in campagna elettorale. Di aggiornamenti, ovviamente, non ce ne sono. E lo humor (qui di grana sottile, quasi british) consiste proprio in questo.

 

 

Una pagina che invece il sindaco condivide (in maniera speculare) con Accorinti è Cateno il Buonouna sorta di alter ego dell’originale, sulla falsa riga del già visto Renato Malvagio . A dar man forte ai post, in questo caso, è soprattutto l’ostentata religiosità del sindaco, che da mesi alterna sulla propria bacheca invettive furiose contro il nemico di turno a riferimenti biblici, senza tralasciare fugaci intermezzi da pubblicità della Mulino Bianco. Il parallelismo più calzante è forse quello con Salvini, diviso fra ruspe e gattini.

 

 

 

Tra le pagine di satira la più seguita è certamente Il Ruggito del ConSiglio, con oltre 16mila like e centinaia di post e meme che mettono alla berlina vizi e storture nostrane, commentando ironicamente (e spesso ferocemente) i fatti di cronaca e politica più rilevanti.

Tanti gli sfottò a De Luca, protagonista di illustrazioni sugli argomenti più svariati, dalla ormai celebre (finta) telefonata del Papa alla scadenza mai rispettata sullo sbaraccamento, dalle eterne “dimissioni” al flop dello shuttle. Non mancano i riferimenti a film, cartoon e must della cultura popolare, tutti rivisti in chiave buddace.

Nuova arrivata è La Gazzella del Sud, versione politicamente scorretta del quasi omonimo quotidiano. Piatto forte della casa sono false notizie dal tono vagamente surreale che scimmiottano i veri titoli dei giornali, esasperati per iperbole.

 

Da segnalare, fra le altre pagine, anche il “Movimento Minnifuttu”, “il buddace” e Doppiaggi Scatenati”, che propone principalmente video e doppiaggi con imitazioni della voce. Fra i  lavori con più like e condivisioni, anche una puntata speciale di “Federico Buffa racconta” dedicata proprio all’ex sindaco di Fiumedinisi, che sembra apprezzare in modo particolare la comicità dei doppiatori, ai  quali è stata concessa l’apertura del suo primo comizio da sindaco a piazza Unione Europea.

 

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Ernesto
Ernesto
25 Novembre 2018 12:44

Da oggi in poi eviterò di leggere le vostre critiche, fanno pena.