Di Santi Giunta

MESSINA. Qualche settimana fa la nazionale italiana di pallacanestro femminile sorde si è aggiudicata il titolo di campione d’Europa a Pescara, e il suo capitano era Simona Cascio, giovane atleta messinese che gioca nella squadra peloritana del “San Matteo” e che l’anno scorso ha disputato, con un buon risultato, il campionato di Serie C femminile. Proprio anche grazie a Cascio, infatti, il roster messinese è salito di categoria passando alla Serie B femminile.

«Abbiamo iniziato l’europeo di Pescara con lo spirito giusto, grazie anche alla federazione FSSI che ci ha dato la possibilità di allenarci prima dell’inizio della manifestazione, dopo il periodo di inattività a causa della pandemia», ha esordito Simona Cascio.

«Vincendo le prime due partite con Russia e Ucraina ci siamo portate in testa al nostro girone. Pian piano abbiamo acquisito sicurezza e fiducia in noi e nelle nostre compagne, migliorando anche sul piano del gioco. Ai quarti abbiamo battuto la Polonia grazie ad una partita accorta soprattutto in fase difensiva, che abbiamo replicato in semifinale, quando abbiamo incontrato la Turchia, che alla vigilia risultava una delle squadre favorite», spiega l’atleta.

Con entusiasmo, Cascio ha poi raccontato le emozioni provate prima, durante e dopo la finale: «È stata molto emozionante per tutte noi, tant’è che avevamo le gambe rigide e abbiamo accusato inizialmente un po’ di nervosismo. Nell’intervallo però le nostre coach ci hanno spronato a dovere e siamo rientrate con un atteggiamento diverso, che ci ha permesso di recuperare, rimontare e vincere. Come capitano non posso che essere orgogliosa e fiera di ognuno dei componenti della squadra, dalle compagne allo staff, che ha preparato tutto nei minimi dettagli, senza farci mai mancare l’appoggio necessario. L’emozione più forte l’ho provata nel mettere le medaglie al collo delle mie compagne, mi tremavano letteralmente le mani».

Infine, uno sguardo al futuro: «Il prossimo obiettivo è quello di ben figurare l’anno prossimo alle Deaflympics (Olimpiadi dei sordi) che si terranno in Brasile. Ci piacerebbe anche riuscire a trovare più sponsor possibili, per coprire i costi non indifferenti che l’organizzazione dei diversi raduni comporta, e che allo stesso tempo vengano riconosciuti i sacrifici lavorativi di ognuna, in quanto non esistono per noi permessi sportivi e spesso, per poter partecipare a queste manifestazioni, siamo costrette a rinunciare alle ferie estive e/o a prendere aspettativa non retribuita».

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