MESSINA. Da Gallarate, profonda Lombardia, fino a Capo Peloro, per attraversare lo Stretto di Messina, in ricordo del fratello scomparso. È la storia di Massimiliano Ferrario, un dipendente aeroportuale a Malpensa, che il prossimo 14 settembre ripeterà la traversata compiuta a settembre del 2018, quando raggiunse la sponda opposta in un’ora e venti minuti. Un’impresa dedicata al fratello Danilo, morto per un tumore nel 2010, proprio quando Massimiliano iniziò a sviluppare la sua passione: nuotare in acqua libere.

Quale migliore scenario dello Stretto, tra Cariddi e Scilla? Un’idea che nacque grazie ad alcuni amici che si erano già cimentati in questo prova negli anni passati.  

«Dedico l’impresa dello Stretto di Messina a Danilo, che nuota sempre al mio fianco. I pericoli principali sono le correnti e le meduse, infatti sono stato punto da una di loro. Inoltre la salinità era molto elevata. Di solito si parte in gruppi di due, tre o quattro persone, insieme a una barca d’appoggio con a bordo un medico e un bagnino esperto della zona. C’era una corrente leggermente forte, poi per tutto il tragitto è scomparsa e quando siamo arrivati in Calabria l’abbiamo trovata a nostro favore. Ci ha aiutati», spiegò all’epoca Massimiliano, che quest’anno dovrà fare i conti con un’incognita in più: «C’è uno squalo che si aggira per lo Stretto e nuota in superficie», segnala.

Subscribe
Notify of
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments