MESSINA. Dopo giorni di polemiche, post sopra le righe e soprattutto tantissima confusione fra cittadini e commercianti, è necessario fare chiarezza, per evitare la diffusione di fake news e interpretazioni errate, su quanto accaduto in questi giorni in merito alle misure adottate in città per arginare la diffusione del coronavirus, ricostruendo tutte le tappe di una vicenda che spesso ha assunto toni grotteschi.

Giorno uno: 10 marzo

Sono trascorse poche ore dal decreto firmato dalla presidenza del Consiglio dei Ministri che sancisce lo stop a tutti raduni all’aperto e nei locali, prorogando la chiusura delle scuole in tutta Italia fino al 3 aprile. Un provvedimento, reso necessario dalla crescita dei contagi, che però, secondo numerosi esponenti politici e amministratori locali, a partire dai Governatori della Lombardia e del Veneto, non è sufficiente ad arginare il Covid-19. Da qui una serie di richieste formali al Governo di adottare misure più stringenti, che raggiungono il loro scopo, come appare chiaro già il giorno successivo, con l’apertura al dialogo da parte della Presidenza del Consiglio.

Entro poche ore, come riportano tutti i giornali nazionali, con molta probabilità verranno adottati ulteriori provvedimenti (si parla della chiusura di tutti i locali publici in tutto il Paese).

A prendere posizione è anche il sindaco di Messina Cateno De Luca, che per la prima volta utilizza la parola “coprifuoco”, riportando tuttavia le stesse limitazioni previste nel decreto nazionale.

A Messina e provincia, nel frattempo, i casi registrati di contagio sono sei (anche se ufficialmente la Regione ne comunica due, quelli validati dall’istituto Spallanzani di Roma)

Giorno due: 11 marzo

Mentre si continua a discutere di imminenti provvedimenti da parte del Governo, ormai pressoché certi, Cateno De Luca annuncia un’ordinanza “che vieta a tutti di uscire dalle proprie abitazioni. Sarà prevista la chiusura di tutte le attività, pubbliche e private sino al 3 Aprile. Vieterò a tutti di uscire di casa”.

L’ordinanza – spiega – entrerà in vigore entro dopodomani. A tutti saranno date 24 ore di tempo per adeguarsi alle nuove misure. 

La sera stessa è lo stesso primo cittadino, nel corso di una diretta molto seguita, a spiegare nei dettagli i contenuti del provvedimento: pesanti limitazioni negli spostamenti (se non “per esigenze lavorative, di salute o necessità”) ma anche sospensione di ogni esercizio commerciale, studio o impresa che non operino in urgenza o pronto intervento. In pratica resteranno aperti solo gli alimentari. È una misura che un sindaco può emanare? “Non sto contrastando un provvedimento del governo, la sto amplificando”, spiega De Luca, citando nello specifico l’articolo 35 del decreto legislativo 53, che rende nulla qualsiasi ordinanza in contrasto con le misure nazionali (e che secondo il sindaco “mina quella che è la funzione dei sindaci sul territorio”).

Un paio di ore dopo, come previsto, arriva l’intervento del Governo, che risponde in maniera affermativa alle richieste di interventi ancora più netti per arginare il Covid-19 con l’emanazione di un ulteriore decreto che inasprisce ulteriormente le misure per contenere il contagio da coronavirus contenute nel precedente. Rispetto all’ordinanza emessa dal sindaco, tuttavia, ci sono parecchie differenze (che potete trovare qui).

I casi di contagio salgono a otto, tutti ufficiali.

Giorno tre: 12 marzo

In città scoppia la polemica, con numerosi interventi polemici e prese di posizione inerenti anche i toni utilizzati dallo stesso sindaco («Un’operazione cinica di propaganda politica, buona solo ad accrescere la confusione dei messinesi», secondo l’ex candidato sindaco di centrosinistra Antonio Saitta). Ad alimentarle ci pensa lo stesso De Luca, che definisce i provvedimenti del Governo “acqua fresca”. 

In serata la svolta, quando la Perfetta Maria Carmela Librizzi, come prevedibile, dichiara “affetto da inefficacia” il provvedimento emesso dal sindaco perché contiene misure in contrasto col decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri firmato ieri sera. De Luca non ci sta, e chiede chiarimenti.

Giorno quattro: 13 marzo

Mentre in città cresce l’incertezza su cosa è consentito fare e cosa no, proseguono gli scontri politici. A intervenire sono anche vari consiglieri comunali, che chiedono al sindaco di procedere con la sanificazione delle strade e di interrompere il pagamento dei tributi comunali, seguendo l’esempio di tantissimi comuni della Sicilia e del resto d’Italia, mentre Messina è ancora ferma al palo. 

Suggerimenti accolti in parte da De Luca, che la sera stessa, nell’ormai consueta diretta, anticipa futuri interventi. A tenere banco, tuttavia, è l’ordinanza coprifuoco, che il sindaco si trova costretto a modificare per non entrare in contrasto con le misure nazionali. Il nuovo documento, in pratica, introduce un orario di apertura e chiusura differenziato a seconda della categoria merceologica (rischiando però di creare un maggiore assembramento). “Non cerchiamo lo scontro con nessuna figura istituzionale”, spiega il sindaco, dopo aver passato tre giorni a scrivere ordinanze in contrasto con il decreto (e a farsele rendere inefficaci)

Le polemiche tuttavia non si placano: sono infatti molte le perplessità emerse da più fronti, dai possibili contrasti con l’ordinanza regionale firmata dal governatore Nello Musumeci, agli orari di apertura e chiusura, che potrebbero creare più problemi di quanti non ne risolvano.

A far discutere è anche la questione posti letto in terapia intensiva sollevata da De Luca, che ha riportato “fonti informali” parlando di appena 10 posti disponibili in tutta la provincia di Messina, salvo poi raddoppiare il numero la sera stessa (“Io non so se i posti letto sono realmente 20 a Messina e provincia come dice informalmente qualcuno”). Cifre comunque diverse da quelle della Regione, in cui si è deciso di attrezzare 1000 posti letto in tutta l’isola, utilizzando anche la rifunzionalizzazione di alcune strutture che oggi sono utilizzate per altre funzioni, al ritmo di 200 posti letto settimanali.

Giorno cinque: 14 marzo

La situazione non si placa nemmeno il giorno successivo, a causa anche dei numerosi interventi dello stesso De Luca, che dopo un primo periodo all’insegna di una (insolita) sobrietà istituzionale, alza i toni,  con vari post corredati da vignette satiriche e contenuti forti.

In serata la nuova diretta, in cui annuncia altri cambiamenti, nonostante spieghi che “il coprifuoco resta”. Rispetto agli orari di chiusura illustrati la sera prima, infatti, ci sono ulteriori modifiche: in realtà, la nuova ordinanza non è nemmeno vicina a un coprifuoco, recependo le norme nazionali per gli spostamenti. Nell’ordinanza cambiano ancora gli orari, diversi da quelli annunciati nella diretta della sera precedente, mentre gli esercizi commerciali rimangono quelli previsti dal decreto della presidenza del consiglio dei ministri. La contrazione degli orari di apertura, segnalano in molti, causa in realtà più problemi di quanti non ne risolva, perchè se 100 persone spalmate per 10 ore fa 10 persone all’ora, se l’orario si riduce, e la gente resta quella perchè comunque la spesa deve pur farla, si creano più assembramenti, che è ciò che si dovrebbe evitare

Durante l’intervento c’è spazio per altre polemiche, sia nei confronti del Governo sia verso il presidente della Regione Musumeci, in relazione all’ordinanza sull’attraversamento nello Stretto, che, secondo De Luca, “non tiene conto dei pendolari” per le numerose restrizioni contenute. Nel frattempo, nell’ordinanza regionale viene inserita la possibilità di dirottare tutto il traffico veicolare alla rada San Francesco, chiudendo il porto di Tremestieri al traffico pesante diretto a Villa.

In mattinanata a Messina arrivano i treni dei siciliani residenti al nord: una lunga serie di controlli, poi l’assessore regionale ai Trasporti Marco Falcone sbotta: “fermarli tutti”.

Giorno sei: 15 marzo

L’ordinanza “coprifuoco” (che però non è un coprifuoco) entra finalmente in vigore, seppur molto diversa rispetto alla prima versione. Quanto accaduto in questi giorni, tuttavia, lascia i suoi strascichi, portando 34 cittadini ad appellarsi al Premier Giuseppe Conte, alla Ministra degli Interni Luciana Lamorgese, al Presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci e alla Prefetta di Messina Maria Carmela Librizzi per chiedere la rimozione di De Luca, considerato inadeguato a gestire la situazione.

“Riteniamo di essere in presenza di reiterate violazioni di legge e di una rottura, sistematica e volontaria, del principio di leale collaborazione che sovrintende costituzionalmente al dialogo tra livelli istituzionali”, scrivono, suscitando la reazione del primo cittadino: “Non sono preoccupato per la mia posizione di sindaco, sono un uomo coscienzioso e responsabile”, ribatte, accusando i firmatari di sciacallaggio. 

Nel frattempo, mentre altrove è partita già da una settimana, inizia la sanificazione delle strade e degli ambienti cittadini. In serata, De Luca annuncia che ci saranno nuovi provvedimenti.

To be continued…

 

 

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Turiddu
Turiddu
16 Marzo 2020 6:32

La commedia continua…

Ernesto
Ernesto
16 Marzo 2020 8:50

Non siete giornalisti,

Ernesto
Ernesto
16 Marzo 2020 8:52

Non siete giornalisti, siete accorintiani da strapazzo

Zio Pippo
Zio Pippo
16 Marzo 2020 11:42
Reply to  Ernesto

La verità fa sempre male…

Gio
Gio
16 Marzo 2020 19:12

Purtroppo la gente non è mai contenta dell’operato che viene esercitato. Vada avanti senza badare troppo alle critiche! Le faccio i miei più grandi complimenti signor Sindaco!
#iorestoacasa